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Una bella sculacciata mediatica al ragionier Mario Balotelli

Mario Balotelli in uno dei suoi atteggiamenti più famosi Keystone

di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 aprile 2014 - 13:58

E' cresciuto in un'ottima e solida famiglia. Ha 23 anni. E' un calciatore professionista con oltre 150 partite giocate tra Serie ALink esterno e Premier LeagueLink esterno. Ha indossato 45 volte la maglia azzurra della NazionaleLink esterno (29 quella dei grandi, 16 quella dell'Under 21Link esterno). Guadagna 4,5 milioni di euro netti l'anno. Ha una figliaLink esterno. Una fidanzataLink esterno che lo adora. E tutti i gadget più desiderati dai giovani maschi del terzo millennio: la tartarugaLink esterno (nel senso degli addominali), gli orecchini di brillanti grandi così, gli occhiali scuri dai prezzi esagerati, la FerrariLink esterno e gli orologi più costosi.

Non basta.

Ha una madreLink esterno adorabile (e da lui adorata) che lo ha strappato alla malattia e alla miseria adottandolo. Ha l'agenteLink esterno più bravo del calcio mondiale. Gioca nel MilanLink esterno, uno dei primi club al mondo. E ha avuto come allenatori i tecnici più apprezzati a livello internazionale. Infine, la rivista TimeLink esterno gli ha dedicato una copertinaLink esterno e lo ha incluso in una speciale classifica dei 100 uomini più influenti del mondo.

Stop.

Questa, in sintesi, la scheda biografica del ragionier (60/100 alla maturità) Mario BalotelliLink esterno, nato il 12 agosto 1990Link esterno a PalermoLink esterno, nel quartiere di Borgo Nuovo, da Thomas e Rose BarwuahLink esterno, immigrati del Ghana; cresciuto a Concesio (Brescia) prima in affido e poi adottato dalla meravigliosa famiglia BalotelliLink esterno dove è stato accolto e coccolato dai fratelli Giovanni, Corrado e Cristina.

Ora, per favore, trovate voi un motivo – uno solo – che possa giustificare quanto segue:

1. Balotelli prende regolarmente a calci gli avversariLink esterno con una forte propensione a farlo quando il pallone è distante;

2. provoca in ogni modo i tifosiLink esterno, inclusi quelli della sua squadra (a San Siro si tolse la maglia dell'Inter e la scagliò sul prato con rabbiaLink esterno);

3. manda a quel paese arbitriLink esterno, compagni di squadraLink esterno e allenatoriLink esterno;

4. insultaLink esterno chi lo intervista;

5. non tollera i controlli stradaliLink esterno;

6. quando è in campo ha sempre un'aria indolente e caracolla sul pratoLink esterno mentre compagni e avversari si dannano a correre su e giù;

7. usa Twitter come una clavaLink esterno;

8. in auto ne fa e ne subisce di ogniLink esterno (una volta ha sparato con una scacciacani mentre guidava); 9. riesce a litigare anche in discotecaLink esterno;

10. sono più gli autografi che rifiutaLink esterno che quelli che concede.

Un modo di vivere fuori e dentro il terreno di gioco (ribadito venerdì 25 aprile durante Roma-MilanLink esterno e il giorno seguente) cui, oltretutto, non fa nemmeno da contraltare – numeri alla mano - un rendimento calcistico da stropicciarsi gli occhi: nessuno che si intenda di calcio oserebbe accostare Balotelli a Lionel MessiLink esterno o Cristiano RonaldoLink esterno; e nella classifica cannonieriLink esterno del campionato di serie A non è nemmeno tra i primi tre…

E allora?

Che cosa giustifica tanta rabbia, protervia, indisciplina?

Nulla.

E come si può continuare a tollerarle?

Qui sta il punto.

Il comportamento di Balotelli è professionalmente, sportivamente e socialmente inaccettabile.

Di più: costituisce un pessimo, pericolosissimo esempio per migliaia di ragazzini che praticano il calcio. Nessuno, fino ad oggi, è stato capace di dargli una bella sculacciata mediatica; di mettere in castigo questo adulto che si comporta come un adolescente ineducato; di fargli prendere coscienza dei suoi privilegi e dei riflessi sociali negativi che ha il suo approccio allo sport e alla vita.

C'è una sola persona che, se vuole, può farlo: Cesare PrandelliLink esterno.

In che modo?

Il commissario tecnico della Nazionale ha istituito un codice eticoLink esterno che fin qui ha usato più o meno inflessibilmente (vi risulta qualcosa di davvero inflessibile in Italia?).

Per esempio, ha escluso dalla Confederations CupLink esterno l'allora romanista e oggi juventino Pablo Daniel OsvaldoLink esterno perché si rifiutò di presenziareLink esterno alla cerimonia di premiazione della Coppa Italia.

Ha lasciato a casa prima degli EuropeLink esternoi l'ex giocatore del GenoaLink esterno e oggi titolare dello ZenithLink esterno di San Pietroburgo Domenico CriscitoLink esterno perché era indagato nell'inchiesta sul calcio scommesse (alla quale è risultato del tutto estraneo).

Contestualmente, però, ha aggregato lo juventino Leonardo BonucciLink esterno parimenti sotto inchiesta (anch'egli scagionato).

Più di recente ha lasciato fuori il romanista Daniele De RossiLink esterno, smascherato dalle telecamere mentre dava un pugno a un avversarioLink esterno.

E in passato ha punito anche Balotelli, quando giocava nel Manchester City, per una scarpataLink esterno a un giocatore del Tottenham (4 giornate di squalifica).

Bene.

Se Prandelli vuole lasciare il segno, predicare bene e non razzolare male, a questo punto ha una sola decisione da prendere: d'accordo con la Federazione Italiana Giuoco CalcioLink esterno (FIGC) escluda Balotelli dai prossimi mondiali del BrasileLink esterno.

Altrimenti chiunque sarà autorizzato a pensare che comportarsi male paga, a sentenziare che il codice etico è una buffonata.

E Balotelli continuerà, come si dice a Milano, a fare il pirlaLink esterno

Massimo Donelli

massimo.donelli@usi.ch

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