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La Svizzera non firma? "Non è una catastrofe", afferma Cassis

Per il ministro degli esteri Ignazio Cassis non è grave se il mese prossimo la Svizzera non firmerà il Patto dell'ONU sulla migrazione. Prima di tutto è necessaria un'ampia discussione politica interna.

Questo contenuto è stato pubblicato il 03 novembre 2018 - 21:03
tvsvizzera/mar/ats con RSI (Tg del 3.11.2018)
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In un'intervista pubblicata sabato dai giornali del gruppo Tamedia, Ignazio Cassis sottolinea che senza una vasta discussione a livello nazionale "ci saranno decine di interventi dal Parlamento, con la richiesta di un nuovo ufficio, dieci posti supplementari e una legge; tutto ciò benché è stato detto che non c'è necessità di agire".

Non è quindi grave se la Svizzera aderirà in un secondo tempo al Patto globale sulla migrazione delle Nazioni Unite, che non è vincolante giuridicamente.

Il testo del "Global Compact on Safe, Regular and Orderly MigrationLink esterno" (GCM), elaborato dal settembre del 2016, fissa i principi per la gestione dei profughi e dei migranti: lotta contro la tratta di esseri umani, sicurezza delle frontiere, rispetto dei diritti umani, rimpatrio e reinserimento.

Sostenuto da tutti i paesi membri tranne Stati Uniti e Ungheria, è stato accolto in luglio all'Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York. Dovrebbe essere firmato ufficialmente in una conferenza il 10 e 11 dicembre in Marocco.

No di una commissione parlamentare

Venerdì la Commissione delle istituzioni politiche del Consiglio Nazionale (camera bassa) ha raccomandato al Governo federale, con 15 voti contro 9, di non approvare il testo in questione senza averlo prima sottoposto all'attenzione del Parlamento.

Benché il Patto sia una dichiarazione d'intenti non giuridicamente vincolante, secondo la commissione la Svizzera non dovrebbe impegnarsi a livello internazionale per obiettivi che potrebbero essere in conflitto con il diritto svizzero.

Il 10 ottobre scorso, il Governo elvetico aveva dichiarato di voler approvare il Patto dell'ONU poiché risponde agli interessi della Svizzera. Inoltre, le raccomandazioni che contiene sono già attuate dalla Confederazione e quindi non è necessario intervenire in politica interna.

Di tutt'altro parere invece l'Unione Democratica di Centro (destra conservatrice), per la quale il Patto è incompatibile con una gestione indipendente dell'immigrazione e con l'autodeterminazione della Svizzera. È inoltre solo una questione di tempo e il testo del GCM, ora non giuridicamente vincolante, farà parte del diritto internazionale.

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