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Alptransit tra vecchi e nuovi pendolari

Ottobre 2015, Stazione centrale di Zurigo: un tabellone LED prende il posto del vecchio teleindicatore a palette keystone

Come cambieranno i tempi di percorrenza, la mobilità, le abitudini dopo l'apertura della Galleria ferroviaria di base del San Gottardo

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 maggio 2016 - 16:52

Gli effetti di Alptransit sul pendolarismo si vedranno soprattutto dal 2021, quando la Galleria ferroviaria di base del Monte Ceneri avvicinerà le città di Lugano, Bellinzona e Locarno, influendo in modo significativo sulla mobilità dei lavoratori in Ticino.

Il pendolarismo quotidiano tra sud e nord delle Alpi, invece, resterà apparentemente cosa rara anche dopo l'apertura della Galleria di base del San Gottardo, che nel 2017 diminuirà i tempi di percorrenza di 30 minuti (dal 2021, i minuti risparmiati saranno 40 sulla tratta Bellinzona-Zurigo e 50 da Lugano).

Secondo un rapportoLink esterno commissionato dal Cantone, la variazione del numero di pendolari transalpini non sarà rilevante finché non saranno valorizzati fattori quali attività culturali, clima, qualità della vita in Ticino.

Anche un più recente studioLink esterno del Credit Suisse, per voce del responsabile Regione TicinoLink esterno Alberto Petruzzella, evoca sì un maggiore pendolarismo con Zurigo, ma dovuto -oltre che al collegamento ferroviario più veloce- a nuove modalità di lavoro che consentono di rinunciare a una presenza quotidiana in ufficio.

Del resto, anche con Alptransit, uno spostamento quotidiano tra il Ticino e la capitale economica della Svizzera comporterà nella migliore ipotesi oltre 3 ore di viaggio tra andata e ritorno [cfr. tabella], senza considerare i tempi di spostamento da e per le stazioni, e le coincidenze tra orari di lavoro e dei treni.

Piuttosto, si intensificheranno i rapporti tra il sud delle Alpi e LucernaLink esterno.

Di certo, del collegamento ferroviario veloce attraverso le Alpi godranno i ticinesi che già oggi, più o meno regolarmente, fanno la spola con Zurigo. Alcuni vanno e vengono in giornata, per partecipare a riunioni di lavoro o svolgere attività accessorie. Altri, i più, lavorano o studiano stabilmente in Città e rientrano in Ticino qualche fine settimana.

Ne abbiamo incontrati tre -con una piccola variazione sul tema: lo studente è di Verona- per confrontare su casi concreti i tempi di percorrenza prima e dopo Alptransit.

Mirko Vitali, architetto a ZurigoLink esterno, rientra in Ticino una volta ogni due settimane
Tiziana Lotti, storica dell'arteLink esterno, per anni ha insegnato un giorno alla settimana a Zurigo
Nicholas Favalli, dottorando in chimica, è di Verona; torna a casa una/due volte al mese

Come cambierà il viaggio in treno attraverso le Alpi, dal prossimo 11 dicembre? La Galleria di base del San Gottardo permetterà certo di arrivare prima a destinazione, ma sottrarrà anche luce naturale e parte del panorama alpino.

Quel paesaggio, spiegano Tiziana e Mirko, che è anche il fascino del treno e scandisce il tempo del viaggio con punti di riferimento geografici. Ne sentirà meno la mancanza Nicholas, che viaggia spesso di notte e soffre un po' il mal di viaggio.

Il futuro della tratta di montagna è aperto. La scelta tra il mantenimento di una linea a lunga percorrenza o la trasformazione in linea di trasporto regionale, spiega la portavoce delle FFSLink esterno Roberta Trevisan, compete all'Ufficio federale dei trasporti (UFT).

Le Ferrovie federali svizzere (FFS), da parte loro, intendono operare un piccolo aumento tariffario per chi sceglierà la nuova tratta. Un ritocco che non dissuaderà i nostri interlocutori Mirko, Tiziana e Nicholas dal servirsi della linea veloce.

La quale piuttosto, stimano, porterà i ticinesi a Zurigo a tornare un po' più spesso a casa e sarà uno stimolo per chi vive a sud delle Alpi ad aprirsi al resto del Paese.


Confronto dei tempi di viaggio per alcune relazioni scelte lungo l'asse nord-sud del San Gottardo - AGGIORNAMENTO DEL 27.04.2016 tvsvizzera

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