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Un soggiorno su Marte è possibile

Conclusa l'avventura di sei scienziati NASA, che hanno trascorso un anno di completo isolamento simulando una spedizione sul pianeta

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 agosto 2016 - 12:45

È finita l'avventura di sei scienziati della NASA che hanno trascorso un anno in completo isolamento alle Hawaii, simulando una spedizione su Marte. Un successo, stando all'Agenzia spaziale americana, che rende sempre più vicino e reale un viaggio sul Pianeta rosso.

Altro che sole, mare e tavole da surf. Per questi sei scienziati [cfr. video]l'ultimo anno passato alle Hawaii è stato tutto tranne che rilassante, visto che l'hanno passato in completo isolamento alle pendici di un vulcano a 2500 metri d'altitudine.

Un sacrificio fatto in nome della scienza, però. Sono infatti loro i sei ricercatori scelti dalla NASA per la missione HI-SEAS. Missione che ha come obiettivo la simulazione in scala 1 a 1 di un viaggio su Marte.

Per 365 giorni, 24 ore su 24, l'equipaggio internazionale ha sperimentato ogni dettaglio della vita su un pianeta ostile. A partire dalla loro casa, una cupola compatta di appena 100 metri quadrati alimentata solo dai pannelli solari. Potevano uscire, ma solo con una tuta spaziale e solo per raccogliere campioni di terreno.

Escluso poi l'uso di qualsiasi smartphone. La simulazione prevedeva che qualsiasi messaggio con la centrale e con il mondo intero avesse un ritardo di 20 minuti, tale la condizione che si troverebbero ad affrontare infatti gli astronauti su Marte.

Condizioni estreme, utilissime per studiare le dinamiche di un gruppo segregato e irraggiungibile. Una missione all'avanguardia che per la NASA - e i ricercatori- è stata un successo:

"Sono un astrobiologo", si presenta Cyprien Verseux. "La mia missione era quella di convertire le scarse risorse di Marte in nutrimento per le piante. Ebbene, ci siamo riusciti! Dal mio punto di vista, una missione su Marte è possibile".

"Abbiamo dimostrato che si può ottenere acqua da un terreno praticamente secco", spiega il fisico e ingegnere Christiane Heinicke. "Funzionerebbe anche su Marte e questo implica che si potrebbe avere l'acqua a partire da una piccola serra".

Risultati incoraggianti per l'Agenzia spaziale americana, che entro il 2030 vuole inviare la prima missione con equipaggio umano sul Pianeta rosso.

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