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Cinque cose da sapere sulla Festa federale di lotta

Questo toro, ritratto con il suo mandriano e Miss Svizzera 2016, sarà la ricompensa del prossimo “re della lotta”. Keystone

La regione della Broye accoglie la 44° edizione della Festa federale di lotta svizzera e di giochi alpestri nell’ultimo fine settimana di agosto. La manifestazione, organizzata ogni tre anni, è la più grande della Svizzera. Durante i tre giorni dell’evento sono attesi oltre 250'000 visitatori.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 agosto 2016 - 11:00
swissinfo.ch

Malgrado l’abbondanza di festival e di spettacoli di ogni genere, questa 44° edizione della Festa federale di lotta sarà certamente la manifestazione faro dell’anno in Svizzera, sia per gli abitanti sia per i turisti. Dalla fine del XIX secolo, questo appuntamento è diventato una vera e propria istituzione.

1. Festa in due posti

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La Festa federale di lotta è il frutto di una lunga tradizione. La prima edizione risale al 1895. Da allora si svolge ogni tre anni. L’ultima edizione è stata organizzata nel 2013 a Burgdorf, nel canton Berna, ed è stata vinta da Matthias Sempach.

La tradizione vuole che la festa federale si svolga ogni 15 anni nella Svizzera romanda. Dopo Nyon (Vaud) nel 2001, Sion (Vallese) nel 1986 o ancora La-Chaux-de-Fonds (Neuchâtel) nel 1972, è la candidatura di Estavayer-le-LacLink esterno, nel canton Friburgo, ad essere stata selezionata per questa 44° edizione, da dove il nome di Estavayer2016Link esterno.

Ma in realtà, le competizioni si svolgono su terreni messi a disposizione dalla base aerea militare di Payerne, nel canton Vaud, a circa 7 km da Estavayer-le-Lac. Dal canto suo, la località friburghese organizzerà venerdì 26 agosto una cerimonia di apertura che sostituirà il tradizionale corteo folcloristico.

Non è esagerato parlare del «più grande avvenimento sportivo» del paese. La precedente edizione a BurgdorfLink esterno aveva attirato un numero record di spettatori (300'000). Quest’anno, nella Broye sono attese oltre 250'000 persone. Altre cifre illustrano le dimensioni dell’avvenimento: 25 milioni di franchi di budget, 4'000 volontari, un terreno di festa di 90 ettari, un campeggio con 20'000 posti…

2. Giochi ancestrali

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La lotta svizzera è uno sport molto antico le cui origini risalgono almeno al XIII secolo. Inizialmente era praticato soprattutto dai contadini delle regioni alpine. Dopo essere praticamente sparita, la lotta svizzera è diventata uno sport nazionale nel corso del XIX secolo, parallelamente allo sviluppo di un sentimento nazionale.

In questa particolare variante della lotta, i partecipanti si afferrano per i pantaloncini in juta indossati sopra ai vestiti. L’incontro avviene su un’area circolare cosparsa di segatura. Lo scopo è di mettere l’avversario con la schiena a terra, in modo che le due scapole tocchino il suolo. Il risultato dipende anche dalle note assegnate da una giuria di tre persone.

La lotta svizzera è più sofisticata di ciò che potrebbe sembrare a prima vista. Comprende un centinaio di preseLink esterno, sebbene quelle utilizzate più spesso siano soltanto cinque.

Oltre alla lotta, la Festa federale dei giochi alpestriLink esterno comprende altre due discipline. La prima consiste nel lanciare una pietra il più lontano possibile e prevede numerose competizioni: lancio della pietra di 20 kg con slancio, lancio della pietra di 40 kg senza slancio e lancio della pietra di 83,5 kg (la celebre pietra di Unspunnen, che prende il suo nome da un prato al di sopra di Interlaken, nel canton Berna) con o senza slancio.

La seconda disciplina, l’hornuss, è uno sport di squadra che sembra di primo acchito un misto di golf e baseball. Una squadra lancia una sorta di disco chiamato hornuss colpendolo con un lungo bastone flessibile. Gli avversari tentano di intercettare l’hornuss con delle pale di legno (simili a quelle del fornaio). Se il disco atterra sul terreno da gioco senza essere stato intercettato, la squadra dei ricevitori viene penalizzata e queste penalità determinano lo score dei battitori.

3. Tutto esaurito

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Malgrado abbia una capacità di 52’016 persone, ciò che rende lo stadio (effimero) il più grande del paese, l’arena che accoglie le competizioni di lotta registra già il tutto esaurito. Nel mese di maggio, i 4'016 biglietti messi in vendita al pubblico sono stati acquistati in meno di due oreLink esterno.

Il pubblico presente sul posto senza biglietto potrà comunque seguire le competizioni su schermi giganti. Per il lancio della pietra e l’hornuss l’ingresso è invece libero.

La cerimonia di apertura, così come tutte le manifestazioni culturali presentate su nove palcoscenici, saranno anch’esse accessibili senza biglietto.

4. Dei dilettanti coccolati dagli sponsor

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La Festa federale di lotta si caratterizza per la sua essenza popolare e dilettantistica. Non sono quindi delle somme in denaro a ricompensare i partecipanti delle varie discipline sportive. Secondo la tradizione, i premi sono assegnati in natura. Ecco quindi che il “re della lotta” riceve un toro. Tutti gli sportivi possono scegliere la loro ricompensa in un “padiglione dei premiLink esterno”.

Ma questo lato dilettantistico è seriamente intaccato dalla presenza molto visibile di vari sponsor. Questi sono ovviamente indispensabili per assicurare il finanziamento dell’avvenimento, che come detto è attualmente di circa 25 milioni di franchi.

Questa evoluzione verso uno spettacolo più mediatico e commerciale suscita però delle critiche, come ha potuto constatare swissinfo.ch a margine della festa federale di lotta del 2013.

5. Svizzera idealizzata?

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Siano esse culturali o sportive, le feste federali hanno anche una funzione sociologica. Si tratta infatti di momenti di comunione nazionale, di celebrazione di una Svizzera «eterna».

Ma per alcuni, questa celebrazione di una Svizzera alpina, tradizionale e rurale non è neutrale da un punto di vista politico. Essenzialmente, corrisponderebbe a una Svizzera idealizzata dalla destra conservatrice. Al termine della Festa federale di Burgdorf, parte della stampa svizzera ha d’altronde denunciato questa «messinscena di cliché elvetici».

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