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Svizzera, sbloccati i conti degli italiani

Ti-Press

Per il Tribunale d'Appello, il rischio di essere perseguite dalle autorità italiane non legittima le banche a negare prelievi a chi non è in regola con il fisco

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 marzo 2015 - 17:17

Con due sentenze del Tribunale d'Appello di Lugano, notificate lunedì, è stato ingiunto a istituti bancari ticinesi di autorizzare prelievi in contanti da parte di due clienti italiani. Avevano chiesto, rispettivamente, circa mezzo milione e 75'000 euro.

Lo riporta il quotidiano 'Il Sole 24 ore', ricordando come non poche banche svizzere, al più tardi dal 1° gennaio scorso, hanno introdotto restrizioni ai movimenti di denaro per i clienti della Penisola che non hanno dimostrato la conformità fiscale dei loro averi.

A questi clienti sono preclusi i prelievi in contanti e i bonifici verso paesi 'black listed' o conti intestati a società con sede in paradisi fiscali. Concessi, di fatto, solo i bonifici su un conto a nome dello stesso cliente in Italia. A meno che, come spiega Alessandro Galimberti, giornalista esperto di fiscalità internazionale, il correntista non fornisca una "attestazione di conformità".

Il timore delle banche è essere accusate di concorso in autoriciclaggio, reato in vigore dal 1° gennaio scorso in Italia, nel quale i correntisti italiani che evadono il Fisco in patria potrebbero incorrere.

Nell'ultimo anno, diverse banche ticinesi avrebbero ingaggiato agenti di sicurezza per presidiare gli sportelli, dopo scatti d'ira di clienti italiani che si erano visti negare i contanti.

Per 'Il Sole 24 ore' sono decine i clienti che, impossibilitati a chiudere la relazione bancaria con un prelievo per contanti, si sono rivolti alla Magistratura. Per questo le prime due sentenze del Tribunale d'Appello erano così attese.

La banche, stabilisce il Tribunale, non possono venir meno agli obblighi scaturiti da un contratto per il rischio di essere perseguite dalle autorità penali italiane o dall'Autorità di vigilanza sui mercati finanziari, Finma.

Proprio alla Finma, ora, il settore finanziario chiede di fare chiarezza. Ma cosa succederà, intanto? Per Paolo Bernasconi, avvocato ed esperto fiscale, è verosimile che le banche continuino limitare i movimenti di denaro dei clienti a rischio, tranne nei singoli casi in cui la giustizia deciderà altrimenti.

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