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Gli svizzeri all'estero rimarranno in eterno cittadini di seconda classe?

Sprint finale per ottenere il sostegno della Quinta svizzera

Sotto la cupola di Palazzo federale si discute anche delle rivendicazioni di svizzeri e svizzere residenti all'estero. © Keystone / Christian Beutler

Negli ultimi giorni, nell'ultima sessione parlamentare della legislatura, la Quinta Svizzera è stata finalmente all'ordine del giorno, con una raffica di interventi. Ecco una panoramica.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 settembre 2023 - 11:00

"Non è stato facile", ha dichiarato quest'estate a SWI swissinfo.ch Filippo Lombardi, presidente dell'Organizzazione degli svizzeri all'estero (OSE). Negli ultimi quattro anni, le preoccupazioni politiche degli svizzeri e delle svizzere all'estero hanno avuto poca eco in Parlamento.

L'attenzione era rivolta altrove, con la gestione della pandemia Covid-19 seguita dall'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. "A causa del Covid, è stato difficile per noi incontrare persone in Parlamento", spiega Lombardi.

Quella del periodo 2019-2023 sarà una legislatura persa per la Quinta Svizzera? Se si guarda alle problematiche affrontate in Parlamento, questa conclusione è ineluttabile. Gli interventi politici sono stati pochi, e gli effetti degni di nota ancora meno.

L'eccezione è stata per molto tempo un postulato del deputato del Partito liberale radicale (PLR, destra) Andri Silberschmidt, che nel 2021 ha chiesto al Governo di analizzare la possibilità di inviare la documentazione di voto tramite posta diplomatica, in modo da velocizzarne la distribuzione. Il postulato è stato approvato da entrambe le Camere e ha dato il via a uno studio approfondito da parte della Cancelleria federale.

Laurent Wehrli si è impegnato molto per la diaspora durante questa legislatura. Niels Ackermann / Lundi13

Anche i suo collega di partito Laurent Wehrli ha riproposto temi cari alla Quinta svizzera in Parlamento, con le sue interpellanze sul voto elettronicoLink esterno, sulla possibilità di stampare i documenti di voto a domicilioLink esterno, sull'accordo quadro con l'UELink esterno e sul riconoscimento delle vaccinazioniLink esterno per le persone espatriate.

Pressioni per il voto elettronico

Diverse interpellanze sono state presentate per spingere verso un ampliamento del voto elettronico. Nel 2022, il Consigliere agli Stati socialista Carlo Sommaruga ha chiesto in che modo il voto elettronicoLink esterno sarà utilizzato nelle elezioni federali del 2023.

Il Consigliere nazionale Marc Jost, del Partito evangelico svizzero (PEV), ha presentato un'interpellanza con un elenco di domandeLink esterno relative al voto elettronico, in particolare sulla possibilità di utilizzarlo per le elezioni e sul coinvolgimento e il sostegno dei Cantoni.

Una recente interpellanza della Consigliera nazionale Katja Christ del Partito verde liberale (PVL, centro-destra ecologista) va nella stessa direzione. La parlamentare chiede al Governo in che modo saranno valutati i test di voto elettronico e "quali sono le tappe previste qualora il sistema di e-voting della Posta si riveli inadeguato".

Si tenta di recuperare prima delle elezioni

Sono circa 227'000 le persone svizzere all'estero maggiorenni iscritte nel registro elettorale. Lo sprint finale per ottenere il sostegno di questa parte non indifferente di elettorato è iniziato nel maggio di quest'anno, sei mesi prima delle elezioni federali del 22 ottobre. È a partire da quel momento, che l'impegno parlamentare a favore della diaspora è notevolmente cresciuto.

È stato anche in quel momento che una crisi è scoppiata in Sudan e svizzeri e svizzere residenti nel Paese africano hanno dovuto essere rimpatriati per via aerea. È stato allora che si è scoperto che la Confederazione non disponeva di un velivolo adatto a questo genere di situazione.

Questo ha portato la deputata del PLR Anna Giacometti a presentare un'interpellanzaLink esterno dal titolo "Non abbandoniamo i nostri concittadini all'estero in caso di crisi". Il Governo ha risposto piuttosto negativamente alla questione dell'acquisto di un aereo di trasporto esclusivo della Confederazione, così come a una simile interpellanzaLink esterno del deputato del Partito socialista (PS) Pierre-Alain Fridez denominata "Necessità di un aereo da trasporto per la Svizzera. Ieri Kabul, oggi Khartoum, e domani?".

Assicurazione malattia all'estero

Un postulato di Elisabeth Schneider-Schneiter ha avuto un'eco non indifferente in seno alla comunità svizzera all'estero. La parlamentare del partito del Centro desidera spianare la strada per "garantire l'assicurazione malattie agli svizzeri all'esteroLink esterno". Il suo intervento concerne il numero crescente di svizzere e svizzere in pensione residenti in Thailandia, Filippine, Vietnam e Brasile, che non hanno accesso a una soluzione assicurativa economicamente sostenibile.

Elisabeth Schneider-Schneiter, del Centro, ha a cuore la Quinta Svizzera. Keystone

Schneider-Schneiter ha anche dimostrato il suo impegno per la Quinta Svizzera durante la sessione parlamentare autunnale (11-29 settembre). Ha presentato un'interpellanza che mette in luce una bizzarria della politica svizzera: nella metà dei Cantoni, svizzere e svizzeri all'estero possono partecipare all'elezione del Consiglio degli Stati, nell'altra metà no. Per la centrista, questi Cantoni limitano di fatto le persone espatriateLink esterno nell'esercizio dei loro diritti politici.

Due altri interventi, anche loro presentati poco tempo fa, toccano la questione della rappresentanza della Quinta Svizzera nella vita politica della Berna federale. Nicolas Walder dei Verdi (sinistra ecologista) chiede se il Consiglio federale contempli la possibilità di attribuire a svizzere e svizzeri all'estero dei seggi fissi in Parlamento a BernaLink esterno, in proporzione al loro numero.

Questa domanda ha ricevuto risposta a fine agosto. Il Consiglio federale è dell'opinione che la creazione di una nuova circoscrizione elettorale per la Quinta Svizzera renderebbe necessaria una modifica della Costituzione e che nessuna misura è prevista in tal senso.

Anche un'altra interpellanza simile, intitolata "Istituire circondari elettorali per gli Svizzeri all'estero?Link esterno", del consigliere nazionale dell'Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) Jean-Luc Addor, ha ricevuto una risposta negativa dal Governo, praticamente negli stessi termini.

Interventi dell'ultimo minuto

Per i Verdi Liberali (PVL) c'è stato ancora tempo per presentare un pacchetto di interventi sulla Quinta Svizzera nell'ultima settimana di sessione.

La consigliera nazionale del PVL Melanie Mettler ha sollevato la questione delle pensioni per le cittadine e i cittadini svizzeri che emigrano temporaneamente. Nella sua interpellanza, intitolata "Previdenza sicura anche in caso di mobilità internazionale", chiede una panoramica della previdenza per le persone che rientrano dall'estero, al fine di individuare eventuali lacune e possibili misure.

Un'agenda piena per la prossima legislatura

Anche la mozione presentata dal suo collega di partito, il consigliere nazionale Michel Matter, è interessante per le persone che rientrano in Svizzera. Propone che la Confederazione riconosca i PACS, le unioni civili francesi.

Questa forma di unione registrata, più restrittiva della convivenza ma meno del matrimonio, è diffusa quanto il matrimonio in Francia, ma non è ancora riconosciuta in Svizzera. Ciò crea incertezza giuridica per le 200'000 persone di nazionalità elvetica che vivono in Francia.

La maggior parte di questi interventi è ancora in sospeso in Parlamento. Alcune interpellanze potrebbero essere sviluppate in forma più vincolante, come postulati o mozioni. Una cosa è certa: la prossima legislatura inizierà con un'agenda molto fitta. 


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