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Sorengo, il chirurgo mentì anche per iscritto

Dopo aver asportato per errore i seni di una paziente, scrisse nel rapporto operatorio che la mastectomia si era resa necessaria per un tumore più esteso del previsto

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 luglio 2015 - 22:26

Il ginecologo che, nel luglio 2014 alla clinica Sant'Anna di Sorengo, asportò per errore i seni di una paziente, mentì anche nel rapporto operatorio. Anziché menzionare l'errore, ricorse alla stessa menzogna raccontata inizialmente alla paziente, e cioè che il tumore si era rivelato più esteso del previsto. Da qui, l'ulteriore sospetto che abbia tentato d'insabbiare la vicenda.

Il fatto, scoperto dagli inquirenti coordinati dal procuratore Paolo Bordoli, aggrava ulteriormente la posizione del chirurgo. La falsità in documenti è un crimine, perseguibile d'ufficio e punibile con pene fino a cinque anni di carcere. Non soltanto: quanto emerso rende ancora più fragili le giustificazioni addotte per aver mentito alla donna, ovvero la tesi di una bugia raccontata a fin di bene, per preparare gradualmente alla verità una paziente ritenuta debole dal profilo emotivo.

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