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Pensioni, #nevedremodellebelle

Il ministro Padoan Ansa

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 maggio 2015 - 12:11

Un parassita.

Di più: un mangiasoldi a tradimento.

Peggio: un delinquente.

Anzi, delinquente è perfino poco.

Si potesse ammazzarlo sarebbe l'ideale: un bel colpo alla tempia e problema risolto.

Invece no.

Tocca aspettare che muoia.

E mannaggia alla medicina e a quant'altro ha allungato l'aspettativa di vitaLink esterno.

Che schifo! Lui se ne va in giro sereno e pretende pure di essere rispettato. Ma non si rende conto che è la personificazione della peggior piaga sociale? Non sente il dovere civico di suicidarsi e, così, riscattare la vergogna dando una mano alla patria?

No, il bastardo non ci pensa proprio.

Il bastardo bussa a ogni inizio mese per intascare i suoi sporchi quattrini.

Estorsore senza scrupoli. Mangiapane a tradimento. Vergogna dei famigliari.

Non pensa ai figli? E ai figli dei figli, cioè i nipoti?

No, l'egoista non ci pensa. Bada solo a se stesso. Fa orecchie da mercante. Fischietta quando gli si punta il dito contro.

E allora non resta che fargli sentire la mano dello Stato.

Come?

Infilandogliela in tasca.

Un colpo secco, improvviso: gli porti via il portafoglio e gli prendi un po' di soldi. Non tutti, ma un po', tanto per cominciare. Così capisce. Così, magari, muore prima e il problema è risolto.

Anzi, no, aspetta.

Vediamo di farla bene...

Prima lo offri al pubblico ludibrio: "Tu, brutto pensionato che non lavori e mangi alle spalle della collettività!".

Poi lo peli in nome, appunto, della collettività: "D'ora in avanti niente più adeguamenti del tuo maledetto assegno al costo della vita. Dobbiamo tirare la cinghia. Ce lo chiede l'Europa!".

E, infine, se ha una pensione alta alta (non importa che l'abbia costruita versando di sua tasca, per quarant'anni e più, contributi alti alti) gli dai una bella mazzata, con il consenso generale dei beoti invidiosi (che non capiscono nulla dei meccanismi previdenziali, ma sono specialisti di odio e vendetta sociale): "Sei un pensionato d'oro: quindi ti tocca pagare il contributo di solidarietà, chiaro?".

Bravo, bene, bis!

Peccato, però…

Però cosa?

Beh, non hai fatto i conti con la Corte CostituzionaleLink esterno.

Hai presente la CostituzioneLink esterno? Sì,

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, come dice Roberto BenigniLink esterno? Quella che prima la ResistenzaLink esterno, poi

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, poi Luigi EinaudiLink esterno, Palmiro TogliattiLink esterno, Alcide De GasperiLink esterno, Pietro NenniLink esterno, Lelio BassoLink esterno e via dicendo?

Roba tosta, amico.

Roba seria.

La Costituzione, intendo. Ma anche la Corte, sai? Sta lì apposta per difenderla, la Costituzione. Silvio BerlusconiLink esterno si è lamentato a lungo, più o meno velatamente, dicendo che è una gang di sinistraLink esterno. Apriti cielo!

E ora tu che fai? Tu che sei il capo del PdLink esterno, il partito, appunto, di sinistra; tu che sei il leader del governo di sinistra puntellato dal Nuovo centro destraLink esterno (Ndc), te la prendi con la Corte? Proprio tu? Come un Renato BrunettaLink esterno qualsiasi?

Ecco, cari amici di Radio MonteceneriLink esterno, quel che succede in Italia.

Succede che il mitico Gabinetto dei tecniciLink esterno, quello di Mario MontiLink esterno, Elsa ForneroLink esterno e compagnia bella, circonfuso dall'adorazioneLink esterno dei giornali, mettendo mano alle pensioniLink esterno ha fatto più casini di un elefante in cristalleria.

Prima il pasticciaccio brutto degli esodatiLink esterno.

Poi il congelamento delle pensioni superiori a tre volte il minimoLink esterno (stiamo parlando di chi prende più di 1.443 euro lordi – lordi - al mese, sia chiaro…) appena bocciatoLink esterno dalla Corte costituzionale.

Poi il prelievo di solidarietà sulle pensioni d'oroLink esterno (anch'esso bocciato dalla Corte costituzionale e reintrodotto con una furbata dal governo di Enrico LettaLink esterno).

Insomma, macelleria legislativa…

Ma ora i danni dell'elefante deve pagarli Matteo RenziLink esterno.

Già, l'homo ridensLink esterno.

Che improvvisamente si è fatto serio.

Il congelamento delle pensioni è stato, appunto, dichiarato illegittimoLink esterno. E adesso va restituito il maltolto ai pensionati: si potrebbe aprire un buco nei conti pubblici valutato tra 11 e 13 miliardi di euro.Link esterno Matteo, furibondo, cincischiaLink esterno. Prende tempo. Lancia siluri mediaticiLink esterno contro i giudici della corte suprema che non lo hanno avvisato. E ha messo sotto il ministro dell'Economia e delle Finanze, Pier Carlo PadoanLink esterno, perché trovi una soluzioneLink esterno.

In segreto, però.

Domenica 31 maggio, infatti, si vota per le regionali e non soloLink esterno. E fino a che le urne non saranno chiuse nulla deve trapelare circa l'inghippoLink esterno su cui si sta almanaccando.

Perchè?

Perché prima si fanno le promesse elettorali, poi si danno le mazzate reali.

Che tipo di mazzate?

Si parla di rimborsare a rate; di restituire solo a chi ha meno di 3.500 euro (lordi) al mese; di imporre un contributo di solidarietà ai pensionati d'oroLink esterno (occhio: già c'è e già ci sono i ricorsi alla Corte costituzionale contro la furbata di Letta).

Ma nessuno sa davvero come uscirne in maniera corretta, cioè rispettando la sentenza, come si dovrebbe fare - e come si fa - in ogni nazione civile dove vale la certezza del diritto.

No, nessuno lo sa.

Così è saltato fuori tale Enrico ZanettiLink esterno, residuato - sconosciuto ai più - di ciò che fu la montiana Scelta civicaLink esterno, di cui è segretario. Vice fin qui invisibile di Padoan, Zanetti è diventato d'improvviso famoso pochi giorni fa quando, commentando la sentenza, se n'è uscito dicendo che è immorale dare gli arretrati a chi ha più di 3.000 euro (lordi)Link esterno.

Capito?

E' un gigantesco chissenefrega rivolto alla suprema corte.

La

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sarebbe stata la risposta adeguata all'esternazione del poco civico Zanetti.

Più bruscamente, Matteo lo ha subito silenziato: non vuol perdere consensi per le ciance di un sopravvissuto del governo in lodenLink esterno.

Va capito, Matteo.

E' nervoso.

Molto nervoso e irritato.

Anche con l'IstatLink esterno, l'Istituto nazionale di statistica che si ostina, come un gufo, a smentire l'ottimismo del premier sventolando la concretezza dei numeri.

Così l'Istat, per placarlo, gli ha sfornato un po' di previsioni con il segno piùLink esterno, subito amplificate dai tg amici.

Ma la Corte no.

La Corte costituzionale ha sentenziato e stop.

Senza nemmeno avvisarlo prima che il verdetto diventasse pubblico.

Colpo basso, insomma.

E ora? Che cosa si inventerà il "giovane caudillo"Link esterno (copyright Ferruccio de BortoliLink esterno) per evitare che quella gang di "Link esternotoghe rosse"Link esterno (copyright Silvio Berlusconi) continui a disturbare il manovratore?

Padoan qualcosaLink esterno ha fatto intendere.

Ma più di tanto non si è sbottonato.

E dire che 10 miliardi si potrebbero recuperare in un attimo: basterebbe cancellare il famoso bonus da 80 euro mensiliLink esterno, quello generosamente varato prima delle elezioni europee 2014 con conseguente risultato Link esternomonstre per il PdLink esterno.

Ma figurarsi: il bonus è il vanto di Matteo.

Quindi, giù le mani!

A questo punto, perciò, la certezza è una sola: per dirla renzianamente, #nevedremodellebelle.

Segui @massimodonelliLink esterno

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