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Il viaggio di Gentiloni in Cina e le opportunità per l’Italia

Laura Canali

Di Giorgio Cuscito (Limes)

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 aprile 2015 - 17:28

Il ministro degli Esteri vola nella Repubblica popolare e rinsalda i rapporti tra Roma e Pechino. I due paesi possono intensificare la cooperazione in diversi settori. Quello alimentare è strategico per entrambi.

Mercoledì 29 aprile il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha terminato un viaggio di tre giorni nella Repubblica popolare cinese (Rpc). Qui Gentiloni ha partecipato alla sesta sessione congiunta del comitato governativo Cina-Italia e ha incontratoLink esterno il suo omologo Wang Yi. I due hanno firmato quattro intese di cooperazione bilaterale riguardanti il settore scientifico, tecnologico, culturale e della sicurezza e consolidato la collaborazione tra i due paesi sul piano politico ed economico.

Il ministro italiano è stato ricevutoLink esterno anche dal vicepresidente della Rpc Li Yuanchao e ha tenuto un colloquio con una delegazione della Huawei. I rappresentanti del gigante cinese delle telecomunicazioni hanno sottolineatoLink esterno l'impegno della loro azienda in termini di innovazione tecnologica e sviluppi occupazionali in Italia, dove l'impresa opera da 11 anni. Inoltre, Gentiloni si è recato a Chongqing, dove ha inaugurato la nuova sede del consolato italiano e ha promosso gli scambi con il Sud Ovest della Cina. La municipalità di questa città conta circa 32 milioni di abitanti e al momento vi operano almeno 36 aziende italiane. Non a caso il 27 aprile è stata inaugurataLink esterno la tratta aerea operata dalla Hainan Airlines che collegherà questa città all'aeroporto di Fiumicino. La compagnia, che prende il nome dall'omonima isola del Sud della Rpc, è il quarto vettore cinese dopo Cathay Pacific, China Eastern ed Air China a collegare Roma all'Impero del Centro.

Il viaggio di Gentiloni è l'occasione per dare uno sguardo alle opportunità che le relazioni bilaterali tra Roma e Pechino - iniziate 45 anni fa - offrono all'Italia sul piano soprattutto economico.

Come affermato dal primo ministro italiano Matteo Renzi in occasione dell'incontro con l'omologo cinese Li Keqiang lo scorso ottobre, la Cina è il secondo partner commerciale extra-europeo dell'Italia dopo gli Usa e lo scambio bilaterale nel 2013 ha superatoLink esterno i 43 miliardi di dollari.

L'Italia è per la Rpc una meta economica di rilievo, come testimoniano i recenti investimenti nelle aziende della Penisola. Circa un mese fa, la China National Chemical CorpLink esterno ha annunciato l'acquisto di Pirelli per circa 7 miliardi di dollari. Lo scorso ottobre, la China investment corporation, il più importante fondo sovrano cinese, ha firmato un accordo con il Fondo strategico italiano (Fsi, costola di Cassa depositi e prestiti) per operazioni d'investimento comune del valore massimo di 500 milioni di euro per ciascuno dei due istituti.

La People's bank of China, la Banca centrale cinese, possiedeLink esterno circa il 2% in ciascuna delle seguenti aziende: Eni, Enel, Fiat Chrysler Automobiles, Telecom Italia e Prysmian, azienda italiana che opera nel settore di cavi e sistemi a elevata tecnologia per il trasporto di energia e telecomunicazioni. La Shanghai Electric ha acquisito il 40% di Ansaldo energia dall'Fsi. La State Grid Corporation, azienda energetica statale della Rpc, si è assicurataLink esterno il 35% della Cdp Reti, una holding che controlla Snam (gruppo integrato che presidia le attività regolate del settore del gas) e Terna (operatore di reti per la trasmissione dell'energia) con quote azionarie di circa il 30%. L'interesse di Pechino per le aziende strategiche dell'Italia è evidente.

A tutto ciò si aggiunge che Roma è parte integrante dei progetti messi in piedi da Pechino per definire il proprio ordine globale. L'Italia è uno snodo fondamentale della Cintura economica della via della setaLink esterno, il progetto infrastrutturale e commerciale che dovrebbe collegare la Cina all'Europa attraverso una rotta terrestre, che passa per Asia Centrale e Medio Oriente, e una marittima che attraversa lo Stretto di Malacca, tocca l'India, Nairobi in Kenya per poi immettersi nel Mar Mediterraneo. Secondo le mappe di PechinoLink esterno, Venezia è il punto d'incontro tra queste due vie. Ciò rimarca la posizione strategica della Penisola nel Mar Mediterraneo, onora il suo ruolo storico nei commerci lungo l'antica via della Seta e le potenzialità economiche del paese per la Rpc.

In più, l'Italia è tra i cinquantasetteLink esterno membri fondatori dell'Asian infrastructure investment bankLink esterno (Aiib), la banca promossa dalla Cina per la costruzione d'infrastrutture in Asia. Durante la sua visita, Gentiloni ha sottolineatoLink esterno la necessità che l'Aiib adotti degli standard elevati e che le sue attività siano complementari con quelle della Banca Mondiale e l'Asian Development Bank, istituti finanziari in cui gli Usa hanno un ruolo egemone. Washington considera la banca guidata da Pechino come una minaccia ai suoi interessi e perciò non ha gradito l'adesione di paesi alleati come Regno Unito, Francia, Australia, Corea del Sud e ovviamente Italia (senza contare la Germania). Roma e gli altri governi in questione, consci delle opportunità offerte dell'Aiib (e dalla Cina), hanno deciso di farvi parte sin da subito come membri fondatori per aver maggiore voce in capitolo nel processo decisionale. Insomma, pur essendo alleata degli Usa, l'Italia non disdegna certo le opportunità economiche offerte dall'Impero del Centro.

Il cibo, l'Expo e le opportunità per l'Italia

Il ministro Gentiloni ha sottolineatoLink esterno l'importanza di aumentare le esportazioni verso la Rpc per riequilibrare la bilancia commerciale (oggi a vantaggioLink esterno di Pechino) e la necessità di potenziare gli scambi in settori come la salute, l'aviazione, la tecnologia aerospaziale, l'agricoltura e la sicurezza alimentare. Negli ultimi due settori la Cina intende investire massicciamente sia perché convinta di poter trarre grandi vantaggi economici dal settore della food security sia per le sue esigenze alimentari. La Rpc è abitata da 1 miliardo e 400 milioni di abitanti (circa il 22% della popolazione mondiale) ma possiede solo il 7% delle terre coltivabili del pianeta. La percentuale è destinata a diminuire a causa dell'inquinamento dei fiumi, dell'erosione del suolo e della deforestazione prodotti dalla sfrenata crescita economica del paese. In più la popolazione cinese, in particolare la classe media in espansione, consuma quantità crescenti di cibo e sta adottando una dieta più proteica. Ciò si riflette sui consumi e sulle importazioni. Si pensi che secondo un rapporto della FaoLink esterno in Cina tra il 1985 e il 2005 il consumo pro capite di latte è aumentato di dieci volte, quello di uova otto volte e quello di carne quattro volte. Ciò spiega in parte perché lo scorso anno il colosso alimentare cinese Shuanghui abbia rilevato la Smithfield Foods (il più importante produttore di carne di maiale al mondo), portando a termine la più grande acquisizione mai operata da un'azienda cinese negli Usa.

L'Esposizione UniversaleLink esterno, che si terrà a Milano dall'1 maggio ed è dedicata proprio all'alimentazione e la nutrizione, è un'opportunità per consolidare il rapporto economico con la Cina in un settore in cui l'Italia è tra i primi paesi al mondo in termini qualitativi e di marchio. La Rpc avrà ben tre padiglioniLink esterno e si stimaLink esterno che almeno un milione di cinesi verrà a Milano per l'evento. Considerate le dimensioni e le potenzialità del mercato della Rpc, sfruttare quest'occasione pare doveroso.

Per approfondire: Tutti vogliono un posto nell'Aiib della Cina (tranne gli Usa)Link esterno

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