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Ferrari, la mission impossible di Sergio

Sergio Marchionne keystone

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 agosto 2016 - 22:25

Ha sedotto Barack ObamaLink esterno e si è mangiato la ChryslerLink esterno.

L'ha fusa con la FiatLink esterno e ha creato FCALink esterno: sede legale in Olanda, sede fiscale nel Regno UnitoLink esterno e cervello industriale a Detroit.

Uguale: più utili e meno tasse.

Ha mandato a quel paese (nei fatti) prima Cgil e FiomLink esterno, quindi ConfindustriaLink esterno, infine Luca Cordero di MontezemoloLink esterno, il figlioccio dell'avvocato Gianni AgnelliLink esterno.

E non si è fermato lì.

Ha liquidato Matteo RenziLink esterno con parole al vetrioloLink esterno: "E' la brutta copia di Obama, ma pensa di essere Obama. Invece è il sindaco di una piccola, povera città".

Poi, con la stessa disinvoltura, l'ha trasformato nella sua personale Link esternomascotteLink esterno, letteralmente.

Infatti, lo invita ovunque e il premier corre come una lepre, felice di cogliere ogni photo opportunityLink esterno che può.

Dal Gran Premio di MonzaLink esterno a MirafioriLink esterno, dal cortile di Palazzo Chigi (trasformato in set per la Renegade e la nuova GiuliaLink esterno) allo stabilimento di DetroitLink esterno, fra i due è tutto uno scambiarsi sorrisi, abbracci e strette di mano a beneficio reciproco e delle telecamere.

A proposito di telecamere…

In rigoroso pullover blu girocollo (ormai un'icona), Marchionne ha fatto visita a Maurizio CrozzaLink esterno, che lo imita alla grandissima, ed è apparso su La7Link esterno mentre

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.

Insomma, ci siamo capiti, no?

Sergio è un uomo di successo, cosmopolita, abile nella finanza, strepitoso nelle relazioni, sicuro di sé, capace di trasformare nemici in amici o di buttare all'aria in un attimo convenzioni, convinzioni, legami storici.

Un eroe senza paura, con tutta evidenza.

Invulnerabile, fin qui.

Un moderno AchilleLink esterno che, però, proprio come il mitico guerriero greco, non sfugge alla regola del tallone.

Nella fattispecie, il tallone d'AchilleLink esterno di Marchionne è la FerrariLink esterno.

Certo, ne ha ricavato enormi soddisfazioni quotandola in BorsaLink esterno.

E ha appena chiuso un eccezionale semestre di venditeLink esterno.

Ma in Formula 1Link esterno è nebbia fitta.

Anzi, fittissima.

Strapazzato regolarmente dalle MercedesLink esterno, il Cavallino rampanteLink esterno è stato umiliato perfino dalle Red BullLink esterno.

Né ci sono speranze che, quest'anno, le gerarchie possano cambiare.

Ora, l'idea di perdere per Sergio è inaccettabile.

Letteralmente.

Figuriamoci se accetta di prendere sberle in mondovisione.

Così, dopo aver fatto volare gli stracciLink esterno (attività in cui è maestro) e aver fatto arricciare molti nasiLink esterno (un altro suo classico), ha compiuto l'ennesimo gran passo.

Questo: ha preso l'elicottero ed è volato a MaranelloLink esterno per mettersi al comando della scuderia di cui è presidente, svelando crucci, riflessioni e programmiLink esterno al Corriere della seraLink esterno: "Voglio chiudere questa stagione con onore, con decenza, dando tutto ovviamente a ogni Gran premio. Ma dovevamo cambiare, non possiamo perdere altro tempo. La Ferrari è un bene del Paese, dobbiamo proteggerla, essere fieri di questa creatura concepita da uno dei più grandi talenti italiani: il grande EnzoLink esterno".

Ce la farà a ripetere le gesta del grandissimo DrakeLink esterno?

O almeno quelleLink esterno di Montezemolo?

Niki LaudaLink esterno, uno che non le manda a direLink esterno mai, sembra decisamente pessimista: "Più Marchionne si lancia in proclami, più gli italiani sbagliano. Sono molto sorpreso del loro flop, sono sotto pressione ed evidentemente è una situazione che non giova alla Ferrari" ha spiegatoLink esterno alla tv tedesca RTLLink esterno.

La sensazione, netta, è che il mondo della Formula 1 guardi Sergio come un marziano, un intruso, un presuntuoso che crede di poter capovolgere le sorti di Maranello senza avere le competenze tecniche e l'esperienza richiesti in uno sport complesso e altamente competitivo.

Marchionne, ovviamente, non si cura del giudizio altrui.

E tira dritto.

Vedremo se anche stavolta concluderà con successo la mission impossible che si è autoassegnato.

Oppure se, una tantumLink esterno, resterà vittima dell'hybris.

Che cos'è l'hybris?

Affido la risposta al Vocabolario TreccaniLink esterno: "Traslitterazione del gr. ὕβρις, che significa genericamente «insolenza, tracotanza», e nella cultura greca antica è anche personificazione della prevaricazione dell'uomo contro il volere divino: è l'orgoglio che, derivato dalla propria potenza o fortuna, si manifesta con un atteggiamento di ostinata sopravvalutazione delle proprie forze, e come tale viene punito dagli dèi direttamente o attraverso la condanna delle istituzioni terrene".

Tutto chiaro?

Non resta che attendere…

Segui @massimodonelliLink esterno

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