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C’erano una volta tre grandi squadroni…

tvsvizzera

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 agosto 2016 - 10:08

C'erano una volta tre grandi squadroni che dominavano la Serie ALink esterno: InterLink esterno, JuventusLink esterno e MilanLink esterno.

Ci sono ancora, intendiamoci.

Ma dall'epoca dello strapotere meneghin-sabaudo molta acqua è passata sotto i ponti.

E la musica è cambiata.

Eccome se è cambiata…

Gli interisti?

Sono trascorsi ormai 6 anni dal tripleteLink esterno.

Dopo,

Contenuto esterno

.

I milanisti?

Ultimo scudetto 5 anni faLink esterno.

A seguire, a parte la SupercoppaLink esterno italiana (sempre nel 2011), solo una sequenza di flopLink esterno.

E gli juventini?

Gongolano ininterrottamente dal 2012: cinque scudetti di filaLink esterno.

Impietosi i numeri, vero?

Valgono più di mille parole.

Ma qualche parola bisogna pur dirla.

Se non altro per ragionare, contestualizzare, capire.

Sì, soprattutto capire.

Perché – va ricordato - dieci anni fa la Juventus era finita in Serie BLink esterno risucchiata da CalciopoliLink esterno.

E oggi, all'antivigilia della stagione 2016-2017, dopo una campagna acquisti formidabileLink esterno, appare talmente forte da spingere Fabio CapelloLink esterno, un vecchio saggio del calcio mondiale, a dire: "Inutile giocare il campionatoLink esterno".

Boom!

Possibile?

Che cosa è successo nell'ultimo decennio per arrivare a un'affermazione così pesante?

Vediamo.

L'Inter è migrata, in maniera opacaLink esterno, da una proprietà italiana (Massimo MorattiLink esterno e famiglia) a una indonesiana (Erick ThohirLink esterno e famiglia) a una cinese (il gruppo SuningLink esterno).

Ha cambiato svariati dirigenti e, dal triplete in poi, la bellezza di 7 allenatoriLink esterno, facendo campagne acquisti-vendite del tutto incomprensibili.

Tra mille turbolenzeLink esterno, il futuro è un rebusLink esterno.

Il Milan, nel frattempo, è rimasto saldamente in mano a Silvio BerlusconiLink esterno.

Ma è passato, non senza traumi e, certamente, senza successo, da uno a due amministratori delegati (Barbara BerlusconiLink esterno ha affiancato Adriano GallianiLink esterno), trasformando la panchina in una botola capace di inghiottire ben 4 tecnici in appena 30 mesiLink esterno; e il calciomercato in una fiera delle velleità.

Non basta.

Oggi vive pericolosamente in stallo per la trattativa infinitaLink esterno con i misteriosi aspiranti compratori cinesi.

La Juventus, invece, sotto la guida di Andrea AgnelliLink esterno (e famiglia) ha disegnato un'organizzazione societaria di altissimo livello; ha ingaggiato ottimi manager; ha costruito uno stadio e un museo; ha venduto e comprato campioni cum grano salisLink esterno, migliorando anno dopo anno il parco giocatori.

Certo, c'è ancora sudditanza psicologica degli arbitri e di non pochi giornalisti nei confronti dei bianconeri.

Certo, è in corso a Torino una inquietante (e poco pubblicizzata) inchiesta della Procura che ipotizza il controllo della ‘ndrangheta sui fan club juventini nonchè legami obliqui con la societàLink esterno (un capo tifoso, dopo esser stato interrogato, si è tolto la vita lanciandosi da un ponteLink esterno).

Certo, i vertici della Vecchia signora non si preoccupano di apparire simpatici (anzi…)Link esterno.

Resta il fatto che, ora, la Juventus dopo aver dimostrato di essere - di gran lunga e da un bel po' - la squadra migliore d'Italia e la numero due in EuropaLink esterno, ha gettato le basi per mettere le mani sulla coppa con le grandi orecchie, ossia vincere la Champions LeagueLink esterno.

Le due milanesi, invece, navigano, più che mai, a vista.

E il meglio che possono augurarsi - pensate un po' - è arrivare al secondo posto, visto che la Juve ha indebolito, prendendo Gonzalo HiguainLink esterno, il NapoliLink esterno, e, prendendo Miralem PjanicLink esterno, la RomaLink esterno.

Un triste mal comune, vero?

Già.

E non fa nemmeno mezzo gaudio…

P.S. La mia squadra del cuore è il GenoaLink esterno. Ho sofferto per torti arbitrali indicibiliLink esterno negli incontri con i gobbiLink esterno. Ho gioito come un pazzo quando li abbiamo battuti. Così, per la precisione.

Segui @massimodonelliLink esterno

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