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Charlie Hebdo, apre il maxiprocesso

La vignetta di Maometto in copertina sul primo numero dopo la strage. Una provocazione misurata: il Profeta con una lacrima sul viso e la scritta divenuta famosa "Je suis Charlie", sotto il titolo "Tout est pardonné" (Tutto è perdonato). Keystone / Koen Van Weel

Inizia oggi il processo per la strage nella redazione di Charlie Hebdo e nel supermercato Hyper Cacher del 2015.  Il settimanale satirico francese ha ripubblicato per l'occasione le caricature di Maometto che ne avevano fatto un bersaglio del terrorismo islamico.

Questo contenuto è stato pubblicato il 02 settembre 2020 - 08:54

Sono 14 gli imputati che compariranno in aula da mercoledì, tutti accusati a livelli diversi di sostegno logistico ai due killer, i fratelli Said e Cherif Kouachi, e ad Amédy Coulibaly, i 3 autori degli attacchi che per 3 giorni terrorizzarono la Francia. Tutto il processo sarà filmato per il suo "interesse nella costituzione di archivi storici", ha fatto sapere la giustizia. Inizialmente previsto prima dell'estate, il processo è stato rinviato a causa della crisi sanitaria e si svolgerà sotto stretta sorveglianza al tribunale di Parigi.

La strage del 7 gennaio 2015

Il 7 gennaio 2015, i fratelli Kouachi, jihadisti, hanno dato l'assalto a mano armata alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo, in piena Parigi, uccidendo 12 persone durante la riunione di redazione. A perdere la vita, fra gli altri, i disegnatori storici della rivista, Cabu e Wolinski. I due terroristi riuscirono a fuggire.

Il giorno dopo, un delinquente radicalizzato in carcere, Coulibaly, uccise una poliziotta a Montrouge, banlieue sud di Parigi, poi il 9 gennaio tolse la vita a 4 ebrei durante una presa di ostaggi in un supermercato di prodotti kosher. Morì nell'assalto sferrato dalle teste di cuoio antiterrorismo, mentre i Kouachi erano stati eliminati poco prima dopo essersi asserragliati in una tipografia vicino alla capitale.

Per due mesi e mezzo, la durata prevista del processo, la corte d'assise ascolterà 144 testimoni e 14 periti per determinare il ruolo degli imputati e quanti fossero al corrente degli attacchi del gennaio 2015.

Sul processo ecco il servizio di presentazione del telegiornale:

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Il terrorismo resta una minaccia seria in Francia

Il governo francese ha reso noto che 8132 persone in Francia restano schedate a rischio radicalizzazione a carattere terroristico. Il ministro dell'Interno, Gérald Darmanin, sottolinea che la minaccia terroristica "resta estremamente elevata sul territorio", e ha precisato che "il rischio terroristico di origine sunnita resta la principale minaccia alla quale è esposta" la Francia. "La lotta contro il terrorismo islamico resta una delle grandi priorità del governo - ha aggiunto Darmanin - non rinunceremo mai a dare la caccia senza tregua a questi nemici della Repubblica".

Il parere dell'esperto di intelligence Gianandrea Gaiani:

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tvsvizzera.it/fra con RSI

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