Gli incendi in Amazzonia si trasformano in crisi internazionale
Dall'inizio dell'anno il numero di incendi in Amazzonia è cresciuto dell'84%. Il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato di "crisi internazionale" e ha chiesto che la questione sia iscritta nell'agenda del G7 in programma questo fine settimana a Biarritz. Stizzita la risposta del suo omologo brasiliano Jair Bolsonaro.
"La nostra casa sta bruciando", ha avvertito giovedì sera Macron in un tweet, accompagnando il suo messaggio con la foto di un incendio forestale. "L'Amazzonia, il polmone del nostro pianeta che produce il 20% del nostro ossigeno è in fiamme, è una crisi internazionale", ha aggiunto, dando appuntamento ai leader del G7 "per parlare di questa urgenza fra due giorni".
A lanciare prima di lui un appello era stato il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres, che si è detto "profondamente preoccupato" per gli incendi che infuriano nella foresta tropicale più grande del mondo. "Nel bel mezzo della crisi climatica globale, non possiamo più accettare danni a una fonte importante di ossigeno e biodiversità", ha scritto Antonio Guterres, chiedendo che l'Amazzonia sia "protetta".
La risposta di Bolsonaro non si è fatta attendere. "Mi dispiace che il presidente Macron cerchi di strumentalizzare una questione interna del Brasile e di altri Paesi amazzonici per i suoi interessi politici personali", ha risposto su Twitter, parlando anche di "mentalità colonialista fuori luogo nel XXI secolo".
Da gennaio, l'agenzia spaziale brasiliana (Inpe) ha contato 72'000 incendi nella regione, 9'500 dei quali scoppiati solo nell'ultima settimana.
L'incremento rispetto allo scorso anno è dell'84%, si tratta del dato più alto dal 2013, quando iniziarono le rilevazioni del fenomeno.
Lunedì scorso, il fumo degli incendi ha oscurato per oltre un'ora i cieli di San Paolo.
I critici accusano la politica ambientale del presidente Jair Bolsonaro, che punta sullo sviluppo invece che alla conservazione e che avrebbe spinto molti agricoltori e allevatori ad appiccare fuochi per disboscare.
Bolsonaro ha invece insinuato che dietro all'ondata di incendi potrebbero esserci organizzazioni ambientaliste, che avrebbero appiccato gli incendi per attirare l'attenzione su di lui. Accuse che le Ong hanno respinto con fermezza, parlando di dichiarazioni "irresponsabili" da parte del presidente.
Il Brasile non è l'unico paese colpito dagli incendi. Anche in Bolivia, Perù e Paraguay decine di migliaia di ettari di foresta sono andati distrutti.
In queste immagini della NasaLink esterno, si possono vedere i focolai d'incendio delle ultime 72 ore.
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