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Il turismo in Svizzera ha toccato il fondo in aprile

Seggiovia a Flums/Flumserberg, uno degli impianti appena riaperti. Keystone / Gian Ehrenzeller

Il turismo ha accusato un crollo in aprile in Svizzera, sulla scia delle restrizioni legate al coronavirus. Il numero di pernottamenti registra una flessione del 92% a livello nazionale, più marcata nei cantoni al confine con l'Italia: -96% in Vallese, -95% nei Grigioni e -93% in Ticino, cantone che presenta peraltro il peggior inizio d'anno tra le regioni turistiche elvetiche.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 giugno 2020 - 21:05

L'intero anno sarà difficile e servirà molto tempo per vedere la ripresa: questo, in estrema sintesi, è il commento del direttore di Svizzera Turismo Martin Nydegger ai datiLink esterno diffusi lunedì dall'Ufficio federale di statistica (UST), dai quali si evince che gli arretramenti meno forti sono stati rilevati nelle regioni di Argovia (al confine con la Germania, -82%), Giura e Tre Laghi (verso la Francia, -84%) e Svizzera orientale (lungo il confine con l'Austria, -84%).

A livello nazionale, già in marzo i pernottamenti erano crollati di quasi due terzi. Il primo quadrimestre 2020 si chiude dunque con un bilancio ampiamente negativo (ciò che vale anche per il Ticino, meno per Grigioni e Vallese che chiudono i primi quattro mesi dell'anno con -20% e -29%). La contrazione ha interessato di più gli ospiti stranieri.

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Fino a febbraio, come si legge in questo articolo di due mesi fa, si prospettavano ottimi affari per il turismo in Svizzera. Poi l'epidemia ha cambiato le carte in tavola.

Per l'intero 2020, ha riferito venerdì Nydegger, il settore prevede un calo del fatturato fino al 35%. "In aprile abbiamo probabilmente toccato il fondo", ha poi affermato in un'intervista all'agenzia Awp. Ma soprattutto nelle città sono da attendersi perdite significative anche in maggio.

"Calcoliamo che si tornerà al livello record del 2019 al più presto fra 3-5 anni", ha concluso il direttore di Svizzera Turismo.

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Intanto, Svizzera Turismo e numerose organizzazioni regionali hanno lanciato appelli e campagne per convincere gli svizzeri a trascorrere le vacanze nel Paese. E ci sono riusciti, a giudicare dai dati relativi ad appartamenti, rustici e case secondarie: le prenotazioni sono quadruplicate.

Ma queste ferie più "autosufficienti", cioè in casa anziché in hotel, non rischiano di diminuire l'indotto per la regione ospitante? Ecco un approfondimento sul tema del Telegiornale RSI.

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