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Donne da urlo, barche da sogno, spese da pazzi. I ricchi dell’Est padroni della Costa Smeralda

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Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 agosto 2014 - 13:05

Nello spazio di mare tra Cala di VolpeLink esterno e Liscia RujaLink esterno, l'angolo più bello e famoso della Costa SmeraldaLink esterno, i nuovi ricchi del pianeta hanno fatto calare le àncore delle loro inarrivabili superbarche e regalano un colpo d'occhio eccezionale.

In tutti i sensi.

Quanti miliardi di euro galleggiano davanti ai lettini del WhiteLink esterno, lo stabilimento balneare più esclusivo? Una ventina, se si considerano solo i natanti. Molti di più se il conto dovesse includere anche il patrimonio personale degli armatori. Tutti rigorosamente provenienti da Est. Russi. Uzbeki. Kazaki. Arabi.

I nomi? Eccone alcuni... Tamim bin Hamad Al ThaniLink esterno, 34 anni, emiro del Qatar; Roman AbramovichLink esterno, 43 anni, oligarca di SaratovLink esterno (Russia) trapiantato a Londra; Aleksej Borisovič MillerLink esterno, 52 anni, nato nella vecchia Leningrado (San Pietroburgo), numero uno di GazpromLink esterno; Mansour bin Zayed Al NahyanLink esterno, 44 anni, sceicco di Abu Dhabi, primo ministro degli Emirati Arabi UnitiLink esterno; Alisher UsmanovLink esterno, 60 anni, di Chust (Uzbekistan) al vertice della USM HoldingsLink esterno (metalli, miniere, telecomunicazioni, media); Andrei SkochLink esterno, 44 anni, di Nikolsky (Russia), socio di Usmanov.

Milioni di miliardi. Che significano, potere, donne (bellissime, elegantissime, giovanissime), divertimento. E, tra i divertimenti, quello che dà modo a tutti di competere l'uno con l'altro è il calcio. Al Thani è proprietario del Paris Saint GermainLink esterno. Abramovich possiede il Chelsea.Link esterno Mansour il Manchester CityLink esterno. Lo Zenith di San PietroburgoLink esterno appartiene a Gazprom. E Usmanov ha il 29,11 per cento dell'ArsenalLink esterno. Tutti squadroni da Champions League.

Barche. Donne. Pallone. E' la santissima trinità di bilionari che girano scortati da uomini-armadio, regalano mance da favola, fanno shopping di superauto, supergioielli e superabiti al Prestige VillageLink esterno, il mall a cielo aperto per soli nababbi che HarrodsLink esterno ha allestito sul molo della marina di Porto Cervo.

Ormai sepolti gli anni colti e raffinati dell'Aga KhanLink esterno e cancellati quelli esagerati del BillionaireLink esterno, la Costa Smeralda, uno tra i mille gioielli del Paese più bello del mondo, ora parla russo, inglese, arabo e spreme tutto quello che può dai nuovi ricchi del pianeta. I quali più spendono e più sono contenti.

Di italiani facoltosi, invece, nemmeno l'ombra: in tempi di spending review meglio veleggiare con discrezione lontano da casa.

No, non c'è neanche Silvio Berlusconi: gli è consentito di basculare tra Villa San MartinoLink esterno (Arcore) e Palazzo GrazioliLink esterno (Roma), ma non può metter piede nel paradiso di Villa CertosaLink esterno (Porto Rotondo) fino a che non avrà scontato per intero la penaLink esterno.

E quanto alle ragazzotte con seni troppo grandi per essere veri e slip troppo piccoli per coprire ciò che normalmente uno slip dovrebbe coprire, le cosiddette showgirl, beh quelle ora battono le spiagge e le discoteche di Formentera. Anche per loro, infatti, la concorrenza internazionale è insuperabile, come certifica il via vai di bellezze (autentiche) che attraversano incessantemente, a larghe falcate, la hall dell'Hotel Cala di VolpeLink esterno.

Così, in mancanza di italiani celebri e di italiane pronte a tutto per diventare famose, l'unica star di terraferma sotto gli ombrelloni schierati di fronte alla flottiglia dei nuovi paperoni è un signore tedesco di 54 anni, Joachim LöwLink esterno. Anche lui, come i dirimpettai, ha un ruolo molto importante nel mondo del pallone. Infatti, è il coach della Germania campione del mondo 2014. Ed è l'unico tra i mortali della Costa Smeralda che, calcisticamente parlando, può guardare dall'alto in basso quei signorotti in superyacht .

Niente donne al fianco di Löw, solo due inseparabili amici. E tanta pazienza nel concedere photo opportunity a chi impreca tutti i giorni contro lo strapotere dei tedeschi, ma pur di autopostarsi su Facebook in posa accanto all'uomo che ha battuto il Brasile 7-1 dimentica, di colpo, lo spreadLink esterno e quant'altro.

Ah, gli italiani, sempre pronti a salire sul carro del vincitore...

massimo.donelli@usi.chLink esterno

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