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Da Federico Fellini a Claudio Scajola, La dolce vita (e la fine amara) di via Veneto

Claudio Scajola al momento dell'arresto Ansa

di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 14 maggio 2014 - 10:34

L'ultima cena (da uomo libero) di Claudio ScajolaLink esterno, 66 anni, ex ministro degli Interni, ex potentitissimo boss politico in Liguria (DcLink esterno prima, Forza ItaliaLink esterno poi), momentaneamente ristretto nel carcere di Regina CoeliLink esterno (Roma)?

All'Hotel ImperialeLink esterno di via Veneto 24, pochi passi dall'ambasciata UsaLink esterno nella Capitale.

Cena in camera.

Con una signorina.

Che si chiama Rosa CriscuoloLink esterno, 34 anni, lineamenti e curve da chirurgia plastica, avvocato, ex PdLink esterno, ex Partito radicaleLink esterno e, da qualche tempo, in Forza Italia a fianco dell'ex sottosegretario Nicola CosentinoLink esterno, 55 anni, arrestatoLink esterno il 3 aprile 2014 (estorsione e concorrenza sleale aggravata dalla finalità camorristica), momentaneamente ristretto nel carcere di SecondiglianoLink esterno (Napoli).

"Adesso diranno che porto sfiga" ha commentato, elegante, Rosa la trasformista al Corriere della seraLink esterno. E, non paga, ha aggiunto questo tocco di classe: "Sgombriamo subito il campo dai dubbi: io non ho una relazione con l'ex ministro, potrebbe essere mio nonno… (ride, ndr). Sa com'è, fino a Cosentino potrei anche arrivare, ma a Scajola no, per favore".

Quindi Scajola (a sua insaputa?) sulla bocca di Rosa è un povero vecchietto.

Un povero vecchietto inguaiato da una serie di telefonate con un'altra bionda vistosa: Chiara RizzoLink esterno, 43 anni, momentaneamente ristretta nel carcere di NizzaLink esterno, moglie di Amedeo MatacenaLink esterno, 51 anni, ex deputato di Forza Italia, momentaneamente ristretto nei confini dello stato di DubaiLink esterno; latitante, se esce lo aspetta la galera (cinque anni e quattro mesi per concorso esterno in associazione mafiosa).

Riepiloghiamo: tre uomini (ex) potenti del centrodestra, due donne che non passano inosservate. Un full perdente di manette e seduzione sullo sfondo di via VenetoLink esterno, la strada immortalata da La dolce vitaLink esterno di Federico FelliniLink esterno.

Già, la mitica via Veneto…

Scandita da alberghi maestosi e lussuosi, pattugliata giorno e notte dai paparazzi negli anni Sessanta (quando CinecittàLink esterno era una Hollywood europea),

la strada più famosa di Roma, in decadenzaLink esterno, da qualche anno è confinata in cronaca nera.

Prima (2007) il pasticciaccio brutto di sesso e droga all' Hotel FloraLink esterno, protagonisti Cosimo MeleLink esterno, allora cinquantenne deputato UdcLink esterno, e la escort Francesca ZenobiLink esterno, 37 anni, salvata per miracolo da una overdoseLink esterno

Poi (2012) la morte, per ‘ndrangheta, del Cafè de ParisLink esterno, locale simbolo del capolavoro felliniano, messo sotto sequestro e, successivamente, distrutto da un incendio.

Infine, giovedì 8 maggio 2014, "nonno" Scajola arrestatoLink esterno dagli agenti della DiaLink esterno che, all'alba, hanno bussato alla porta numero 213 (pochi passi dalla 203 della "nipotina" Rosa Criscuolo) dell'Hotel Imperiale per accompagnarlo in cella.

Sic transit gloria mundi (e ciò vale non solo per via Veneto, evidentemente…).

Massimo Donelli

massimo.donelli@usi.ch

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