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Bambini-schiavi, non c'è accordo sui risarcimenti

Trecento milioni alle vittime proposti dal governo ma per gli iniziativisti sono pochi. UDC contraria a qualunque indennizzo

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 ottobre 2015 - 20:27

Venivano chiamate misure coercitive a scopo assistenziale ma si sono tradotte in una delle pagine più buie della storia svizzera. Bambini strappati alle loro famiglie poiché illegittimi, poveri o emarginati e messi in orfanotrofi o, peggio, impiegati nei lavori più umili presso aziende agricole. I maltrattamenti erano all'ordine del giorno per questi minorenni ai quali non è stata neppure assicurata un'istruzione adeguata.

Un'iniziativa popolare è stata lanciata per risarcire le vittime ancora in vita (i collocamenti coatti furono eseguiti fino alla soglia degli anni 70 del secolo scorso) e il governo federale ha a sua volta avanzato una sua proposta ma non c'è accordo sulle cifre. 300 milioni di franchi sono troppo pochi, sostengono gli iniziativisti e, tra i partiti, socialisti e Verdi, che chiedono almeno altri 200 milioni mentre da parte sua la formazione di destra UDC ritiene inutile qualsiasi elargizione di denaro pubblico a tale scopo. La prossima settimana sono comunque attese novità da Berna.

Il sito degli iniziativistiLink esterno

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