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Veto popolare alle Olimpiadi 2026 nei Grigioni

Dopo aver ospitato le Olimpiadi nei lontani 1928 e 1948, St. Moritz non farà presto il "tris": i votanti grigionesi hanno infatti chiaramente bocciato il credito che sarebbe servito a coprire le spese di candidatura del cantone ai Giochi invernali del 2026. Keystone

Il sogno olimpico grigionese si è di nuovo trasformato in un incubo alle urne. Il popolo ha infatti seccamente rifiutato il credito per candidare il cantone ad ospitare i Giochi invernali del 2026. Il progetto era fortemente voluto da governo, partiti di destra e di centro e cerchie economiche. Era combattuto da socialisti, verdi e organizzazioni ambientaliste. La fine del sogno olimpico grigionese mette però le ali a quello vallesano.

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 febbraio 2017 - 14:26
swissinfo.ch/sf e agenzie

Il credito d'impegno di 25 milioni di franchi – di cui 9 milioni a carico del Cantone, 8 della Confederazione e altri 8 di Swiss Olympic – per le spese legate alla candidatura retica alle Olimpiadi e Paralimpiadi invernali del 2026 è stato bocciato dal 60,09% dei votanti.

Persino località a vocazione turistica invernale, come Davos e St. Moritz – dove in questi giorni si tengono i Campionati del mondo di sci – hanno bocciato il credito. Davos ha detto "no" con il 52,90% dei voti e una partecipazione del 51,38%, St. Moritz con il 56,10% e una partecipazione del 57,62%.

Il rifiuto odierno è ancora più sonoro di quello del marzo 2013: allora il 52,7% dei votanti si era opposto al progetto di candidatura dei Grigioni ai Giochi invernali 2022.

Oggi come allora gli argomenti pro e contro erano praticamente gli stessi. Secondo i sostenitori, l'organizzazione delle Olimpiadi avrebbe avuto ricadute economiche importanti per i Grigioni, grazie sia agli investimenti previsti sia alla pubblicità internazionale di cui avrebbe goduto il settore turistico. Secondo gli oppositori, invece, la manifestazione comporterebbe rischi finanziari enormi e sottrarrebbe investimenti proprio a quelle regioni periferiche che ne avrebbero maggiormente bisogno. Questi ultimi argomenti, alla luce del risultato, hanno convinto la maggioranza dei votanti.

Resta un'altra candidatura svizzera

Anche in tempi più lontani, il popolo grigione si era mostrato ostile verso i piani olimpici nel cantone: nel 1980 i no avevano raggiunto il 77% dei voti, così come nel 1986 in votazioni comunali per una candidatura doppia St. Moritz/Davos.

Quella che sembra quasi una maledizione delle urne per le candidature alle Olimpiadi non si è del resto abbattuta solo sui sogni olimpici grigionesi. Nel 1988 i votanti di Losanna avevano bocciato un progetto di candidatura del capoluogo vodese con il 62% di no.

Finora la Svizzera ha ospitato due volte le Olimpiadi invernali ed entrambe le volte a St. Moritz: nel 1928 e nel 1948. In tempi recenti Sion si è candidata, senza però riuscire a ottenere la manifestazione: nel 2002 i Giochi erano stati attribuiti a Salt Lake City e nel 2006 a Torino.

Sion torna ora alla carica insieme alla Svizzera occidentale per aggiudicarsi i Giochi invernali del 2026. Un progetto sostenuto da Vallese, Vaud, Friburgo e Berna, che, dopo l'affossamento popolare odierno di quello concorrente dei Grigioni, si vede ora la strada spianata almeno a livello nazionale. "Sion 2026. I Giochi nel cuore della Svizzera" resta infatti da solo in corsa per la decisione di Swiss Olympic, che si pronuncerà il 7 marzo. L'assegnazione definitiva dei Giochi da parte del Comitato olimpico internazionale è invece attesa nel luglio 2019.

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