Umiliazioni, torture, abusi: questo il destino di migliaia di giovani e bambini, vittime di un collocamento coatto nel secolo scorso. Ancora oggi, molti di loro soffrono dei maltrattamenti subiti durante la gioventù o l’infanzia. Attraverso una serie di ritratti, il fotografo Peter Klaunzer ricorda la loro tragica storia.
Questo contenuto è stato pubblicato il 04 febbraio 2017 - 11:00
Fino negli anni settanta del secolo scorso, in Svizzera centinaia di migliaia di giovani e bambini sono stati collocati, contro il loro volere, presso istituti, aziende o famiglie, soprattutto contadine. Generalmente si trattava di figli illegittimi, ragazzi provenienti da famiglie povere o con una situazione famigliare precaria oppure ancora considerati semplicemente troppo difficili o ribelli.
Molti di questi giovani hanno subito gravi torti che ancora oggi pesano sulla loro vita. Collocati a servizio, sono stati sfruttati in aziende agricole oppure maltrattati nel corpo e nella mente in istituti di educazione. Altri sono stati internati in psichiatria o incarcerati senza potervisi opporre in giudizio. Alcuni hanno perfino subito sterilizzazioni o adozioni forzate.
Durante lo scorso anno e mezzo, Peter Klaunzer ha ripreso 25 persone che avevano subito un collocamento coatto in istituti o famiglie. Il fotografo dell’agenzia Keystone presenta i loro destini in modo prudente e sensibile, rendendo possibile uno sguardo nella loro vita quotidiana di oggi. La mostra può essere visitata fino al 17 marzo presso il Forum politico della Confederazione al Käfigturm di Berna.
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