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Tu paghi le tasse, io butto via i soldi

Le macerie di una casa colpita dal sisma, nei pressi di Rovereto sul Secchia, Modena; 31 maggio 2012 ANSA

Hypercorsivo di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 luglio 2016 - 15:44

Immaginate di avere poco più di mille euro di pensione al mese, con cui campare in due…

Immaginate che il terremoto dell'Emilia nel 2012Link esterno abbia tirato giù la vostra casa...

Immaginate di vivere per quattro anni in venti metri quadriLink esterno, dentro una specie di container…

Immaginate che lo Stato spenda 520 mila euro per demolire le macerie della casa terremotata e costruirne una nuova…

Immaginate di essere a un passo dalla fine lavoriLink esterno, pronti per tornare ad abitare, finalmente, fra quattro mura come si deve…

Immaginate che, mentre il sogno sta per avverarsi, vi dicano: quanto è stato appena costruito va raso al suolo perché di lì dovrà passare una nuova autostradaLink esterno

Avete immaginato tutto?

E come vi sentite?

Derisi, umiliati, furibondi?

O questo non riuscite a immaginarlo?

Beh, se non ci riuscite, andate sulla pagina FacebookLink esterno del programma televisivo TagadàLink esterno, scorrete i post fino ad arrivare al 4 di maggio e guardate l'intervistaLink esterno al signor Franco Bastia, 65 anni, operaio in pensione, che quanto vi ho invitato a immaginare l'ha vissuto e lo sta vivendo di persona.

Un incubo, letteralmente.

Un allucinante labirinto burocratico all'interno del quale c'è stato l'impazzimento delle pubbliche istituzioni: mentre la Regione dava i soldi per ricostruire, il Governo decideva di abbattere e il Comune si barcamenava nel mezzo.

Volete ridere?

Al vertice di Comune, Regione e Governo ci sono tutti uomini del Partito democraticoLink esterno

Il che rende la vicenda ancora più amaramente paradossale: bastava si parlassero prima, no?

Ora, è un garbuglio.

Bello grosso.

Perché per non buttar giù la casa e buttar via i 520 mila euro bisogna cambiare il tracciato della CispadanaLink esterno, l'opera che collegherà Ferrara e Verona.

Il tracciato, infatti, passa proprio dentro Alberone di CentoLink esterno, lì dove c'è la nuova abitazione del signor Bastia e di sua moglie Giancarla (e ce ne sono, ovviamente, delle altre).

Comitati, proteste, appelli…Link esterno

A nessuno piace l'esproprioLink esterno.

Ovvio.

Così come a nessuno piace pagare le tasse.

Ancor meno, pagare le tasse a vuoto.

Eh sì, perché, come dice il buon signor Franco, uomo semplice, concreto, onesto, quella casa lì è stata tirata su con i soldi dei contribuenti.

E se gliene daranno un'altra (e sottolineo: se; e aggiungo anche: chissà quando…) ci vorranno altri soldi, sempre dei contribuenti, per costruirla.

Come al solito, quindi, pagherà PantaloneLink esterno.

Ma è possibile che gli invisibili burocrati e i ben visibili amministratori pubblici, così disinvolti nel maneggiare i soldi cavati dalle tasche dei cittadini, non paghino mai?

E' davvero proprio inimmaginabile trovare il cretino che ha messo in piedi questo ambaradanLink esterno?

Nell'augurarci che lo becchino e venga preso a pedate come merita, vi informiamo che, nel frattempo, a Cento, è cambiato il sindacoLink esterno.

Quello nuovo in campagna elettorale aveva promesso, se eletto, di far ridisegnare il tracciato della Cispadana.Link esterno

Bene, l'hanno eletto.

Speriamo - trattandosi di gente di pianura - che non sia una promessa da marinaio…

Segui @massimodonelliLink esterno

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