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Traghetto Norman, mistero sui passeggeri a bordo

Aperte due inchieste sul disastro nel Canale di Otranto, numerosi clandestini a bordo

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 dicembre 2014 - 13:50

Terminate le operazioni di soccorso sulla Norman Atlantic, il traghetto salpato dalle coste greche su cui domenica è scoppiato un incendio mentre navigava nel Canale d'Otranto, resta il mistero sul numero esatto dei passeggeri a bordo e sull'origine delle fiamme. Sulla lista ufficiale risultano 478 viaggiatori ma ogni ora che passa sembra sempre più probabile la presenza di decine di clandestini, in particolare afghani, diretti in Italia.

L'ultimo bilancio parla di 12 morti ma il numero dei dispersi potrebbe aggirarsi sui 40. A questo numero bisogna poi aggiungere due marinai albanesi morti sul rimorchiatore Iliria durante le operazioni di aggancio del traghetto a largo di Valona.

Intanto sale la polemica sui soccorsi e sulla strategia attuata da comandante e capitanerie di porto italiane. La nave non si è infatti diretta a Valona, la città albanese che distava a una distanza assai più vicina rispetto alle coste italiane, nonostante l'invito partito dalle stesse autorità greche.

Sul piano giudiziario c'è da segnalare il fatto che le procure di Brindisi e Bari hanno aperto due inchieste nei confronti dell'armatore della Norman Atlantic Carlo Visentini e del comandante Argilio Giacomazzi per naufragio, omicidio plurimo e lesioni colposi. Si tratta, hanno fatto sapere fonti giudiziarie, di atti dovuti per il prosieguo delle indagini.

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