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Catalogna, spari contro un seggio, 4 feriti

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Quattro persone sono rimaste ferite sabato notte in Catalogna, dove alla vigilia del referendum per l’indipendenza il clima è incandescente. In una cittadina a nord di Barcellona, ignoti hanno aperto il fuoco contro un seggio occupato, come molti altri, per evitarne la chiusura da parte delle autorità. Il governo di Madrid, per impedire la consultazione, ha inviato nella regione 10 mila agenti di polizia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 settembre 2017 - 14:20
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 30.09.2017)

Sono almeno 163 i seggi elettorali occupati, secondo dati forniti dalla delegazione del governo spagnolo in Catalogna. La polizia, nel primo pomeriggio di sabato, aveva effettuato sopralluoghi in 1300 collegi sui 2315 nei quali si dovrebbe votare per il referendumLink esterno sull’indipendenza.

Anche bambini tra gli occupanti

Intere famiglie hanno trascorso la notte nelle palestre e nelle aule solitamente usate per gli scrutini. La giustizia spagnola ha ordinato ai Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, e a quella spagnola di chiuderli entro domenica mattina all’alba.

“Siamo un po’ stanchi e ci piacerebbe poter fare una doccia, ma siamo positivi e ottimisti”, riferisce uno dei tanti occupanti. “Abbiamo avuto una visita della polizia ma è stato più che altro un controllo e non è successo niente di strano”.

“In sostanza, stiamo facendo una festa”

Sono feste di compleanno, pigiama party e programmi scolastici speciali, i pretesti che i catalani stanno usando per tenere aperti i centri di voto. Le persone rimaste ferite nella notte tra venerdì e sabato a Manlleu stavano quindi dimostrando pacificamente.

Manifestanti pro e contro l’indipendenza

La voglia di indipendenza è più grande della paura: venerdì sera, centinaia di catalani sono di nuovo scesi per le strade di Barcellona, per l’ultima manifestazione organizzata dai referendisti.

“Ogni giorno, ogni ora che abbiamo trascorso aspettando questo giorno sono stati i più lunghi di sempre”, dichiara il presidente catalano Carles Puigdemont. “Siamo un popolo che è diventato più forte attraverso le difficoltà e porteremo a termine il cammino che abbiamo iniziato, un cammino verso il progresso sociale ed economico”.

Un progresso che molti altri, però, non vogliono disgiungere da Madrid. Non lo vogliono le autorità centrali, l’Unione europea, e tanti comuni cittadini.

In centinaia, hanno manifestato sabato contro il referendum, sventolando bandiere della Spagna nella capitale e in altre città, tra cui la stessa Barcellona, davanti alla sede del governo locale.

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Spento il sistema di raccolta dei dati

Intanto, agenti della Guardia Civil si sono presentati nel Centro delle telecomunicazioni del governo catalano (Ctti), dopo che un giudice ha ordinato lo spegnimento del sistema di raccolta dati sul referendum di domenica.

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