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Trionfa il M5S, centro-destra in testa, crolla la sinistra

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Terremoto in Italia dove il Movimento Cinque Stelle distanzia tutte le altre forze politiche nelle legislative di questo fine settimana dalle quali però non sembra uscire una maggioranza di governo chiara.

Questo contenuto è stato pubblicato il 05 marzo 2018 - 01:41
tvsvizzera/spal

In base allo scrutinio di Camera e Senato che si è consolidato nel corso della mattinata il centro-destra, grazie anche all’affermazione nei collegi uninominali del Nord, si avvicina all’obiettivo al Senato ma gli mancano alcune decine di seggi. Lo scrutinio di 50'594 sezioni su 61'401 a Montecitorio attribuisce al M5S il 31,9% davanti al Pd in caduta libera al 19,0%. In terza posizione la Lega al +17.9% che supera gli alleati di Forza Italia al 14,0% e di Fratelli d’Italia al 4,3%. Seguono Liberi e Uguali con il 3,4% e Più Europa della Bonino con il 2,6% (la partecipazione al voto è stata del 73% contro il 75,27% del 2013).

Centro-destra in vantaggio

A livello di coalizioni il centro-destra conduce con il 35,6% davanti ai grillini (32,5%) e al Pd con gli alleati (23%). In sintesi il Movimento fondato da Grillo sfonda al Sud e il centro-destra cresce al Nord, con la sinistra in perdita di consensi anche nelle sue tradizionali roccaforti dell’Italia centrale.

Dal profilo politico vincono nettamente le forze di protesta M5S e Lega mentre vengono sonoramente bocciati i tre governi incentrati sui democratici della passata legislatura. In difficoltà si sono rivelati i partiti su cui si concentravano le attenzioni dell’Europa, vale a dire Pd e, soprattutto negli scorsi mesi, Forza Italia.

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La coalizione di destra, grazie anche ai benefici del Rosatellum, fa incetta di seggi ma, visto il risultato uscito dalle urne, sarà difficile ignorare la poderosa avanzata dei grillini, come si è subito affrettato a dire l’esponente pentastellato Alessandro Battista a poche ore dalla chiusura dei seggi. La palla passerà ora al presidente della Repubblica che dovrà districare una matassa che ricorda molto gli scenari della Prima Repubblica.      

Regionali in Lombardia e Lazio

Per le regionali non è ancora iniziato lo spoglio e gli exit-poll in Lombardia indicano in netto vantaggio Attilio Fontana (Lega) con il 38-42% su Giorgio Gori (Pd) al 31-35%. Nel Lazio i giochi sembrano ancora aperti con l’uscente Nicola Zingaretti (Pd-LeU) al 30-34% davanti a Stefano Parisi (centrodestra) al 26-30% e Roberta Lombardi (M5S) con una forchetta analoga (25-29%). 

 

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