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Dall’oscurità alla banconota da 50 franchi

Sophie Taeuber-Arp tra l'artista Alberto Giacometti (banconota da 100 franchi) e il compositore Arthur Honneger (20 franchi). AFP

Sulla banconota da 50 franchi si vede il volto dell’artista svizzera Sophie Taeuber-Arp. Per molto tempo ignorata, questa pioniera del modernismo è ora al centro di una grande retrospettiva in Svizzera. Molti continuano però a non sapere come si chiama la persona sulla banconota verde.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 - 16:30
Isobel Leybold-Johnson, Aarau, swissinfo.ch

Questa situazione appare evidente nel verbale della polizia zurighese relativo al decesso accidentale di Sophie Taeuber-Arp, morta nel 1943 a causa del monossido di carbonio sprigionatosi da una stufa difettosa. Nel rapporto, la donna è descritta come una «casalinga».

Sophie Taeuber-Arp era però pittrice, scultrice, designer e ballerina, oltre che a essere la moglie dell’artista Jean (Hans) Arp. Aveva un occhio sopraffino per la forma, il colore e il materiale, che combinava poi in opere che ancora oggi appaiono fresche e vivaci. Un lavoro messo ora in evidenza dalla più grande retrospettiva dedicata all’artistaLink esterno.

Oltre 300 opere, tra cui tessuti variopinti, mobili eleganti e audaci figure geometriche, sono presentate al Museo d’arte di Aarau (canton Argovia), dove Sophie Taeuber-Arp viene definita «una delle artiste svizzere più importanti del XX secolo».

Ma come mostra questo servizio della televisione svizzera, la donna rimane un enigma per molte persone, malgrado il suo volto sia raffigurato su una banconota da circa vent’anni.

La cosa giusta al momento giusto

Thomas Schmutz, curatore della mostra “Oggi è domani” del museo argoviese, ha una sua teoria per spiegare come mai l’artista sia meno conosciuta di quanto potrebbe esserlo.

Oggi è domani

L’esposizione al Museo d’arte di Aarau presenta oltre 300 opere di Sophie Taeuber-Arp, realizzate in epoche diverse, e mette l’accento sui legami che le uniscono.

Il lavoro di Sophie Taeuber-Arp rappresenta una sorta di «creatività con legami trasversali» che volge lo sguardo verso quanto successo prima e dopo gli approcci esistenti, indica il museo. Da qui il titolo dell’esposizione.

La mostra è aperta fino al 16 novembre 2014.

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«Una ragione è che in quel periodo, negli anni Venti e Trenta, se si voleva essere riconosciuti come artisti era molto importante realizzare dipinti ad olio. Lavorare sulle decorazioni per interni o sui vestiti non comportava invece alcun riconoscimento immediato», spiega a swissinfo.ch.

Ad esempio, le marionette che Sophie Taeuber-Arp aveva creato per un teatro di burattini, con le loro forme geometriche e le articolazioni esposte, non erano molto apprezzate a quel tempo. «Adesso sono invece considerate opere eccezionali», osserva Thomas Schmutz.

La mancanza di notorietà era dovuta anche al fatto che, in un modo o nell’altro, Sophie Taeuber-Arp ha vissuto all’ombra di suo marito Jean, cofondatore del Dadaismo e pioniere dell’arte astratta. Anche dopo la morte della moglie, Jean Arp non ha fatto molto per migliorare la sua immagine.

«Ha sofferto molto per la perdita della moglie e quindi ha forse esagerato un po’ nell’affermare che era una sognatrice, una persona istintiva», afferma Thomas Schmutz. Sophie Taeuber-Arp, aggiunge, aveva però la capacità di fare la cosa giusta al momento giusto, con una qualità eccelsa. L’artista ha poi permesso alla coppia di rimanere finanziariamente a galla.

Teste Dada

Nata nel 1889, Sophie Taeuber-Arp cresce a Trogen, nel cantone di Appenzello esterno, in un ambiente che incoraggia l’indipendenza e l’interesse per la cultura. Dopo gli studi in ambito artistico e tessile a San gallo e in Germania, si stabilisce a Zurigo, dove insegna design tessile alla Scuola artigianale di mestieri.

È Jean Arp, l’uomo originario di Strasburgo che sposa nel 1922, a introdurla al movimento dadaista che si era sviluppato attorno al Cabaret VoltaireLink esterno di Zurigo. Sophie Taeuber-Arp si esibisce in quel locale come ballerina, realizzando anche una serie di figure astratte, le “teste Dada”, piccole sculture in legno poste su un piedistallo. Per non perdere il suo impiego, deve però mantenere segreto il suo legame con il movimento artistico ribelle.

Nel 1929 la coppia si trasferisce a Parigi, ciò che permette a Sophie Taeuber-Arp di concentrarsi finalmente sulla sua arte. Gli splendidi mobili proporzionati e i rilievi circolari in legno realizzati in quel periodo sono tra i punti forti dell’esposizione di Aarau.

In seguito alla presa di Parigi da parte dei Nazisti nel 1940, gli artisti sono costretti alla fuga verso la Svizzera, passando dal sud della Francia. Sophie Taeuber-Arp muore poco dopo il suo ritorno, nel 1943, all’età di 54 anni.

Dalla Svizzera agli Stati Uniti…

Dopo diversi decenni in cui l’artista era un po’ finita nel dimenticatoio, il Museo di arte moderna di New York (MoMA) le ha reso omaggio nel 1981 con una retrospettiva, ciò che le ha conferito una notorietà internazionale. Il MoMA possiede oggi otto sue opereLink esterno e assieme al Centro PompidouLink esterno di Parigi è l’istituzione più rinomata a presentare il lavoro di Sophie Taeuber-Arp.

Alla mostra di Aarau si possono ammirare anche opere prestate da musei all’estero. La galleria d’arte dell’Università di YaleLink esterno, che ha messo a disposizione una scultura in legnoLink esterno del 1937, è una delle rare istituzioni americane a possedere un pezzo di Sophie Taeuber-Arp.

Pamela Franks, curatrice della sezione “Arte moderna e contemporanea” alla galleria di Yale, spiega che questa opera rappresenta «una potente presenza scultorea» e una parte importante della rinomata collezione della galleria. Jean Arp ha donato la scultura alla galleria nel 1950, in memoria della moglie, dopo essere stato impressionato da questa collezione che aveva ammirato l’anno precedente, spiega Pamela Franks.

… al resto dell’Europa

Altri musei internazionali espongono le opere dell’artista svizzera, facendo dei legami con le correnti artistiche europee dell’epoca. Il Museo Kröller-MüllerLink esterno a Otterlo, in Olanda - che detiene la seconda più grande collezione di dipinti di Van Gogh - possiede ParasolsLink esterno, un rilievo bianco del 1938 che non figura nell’esposizione di Aarau.

«Quest’opera è un ottimo esempio dello stile più libero e più espressivo che Sophie Taeuber-Arp ha sviluppato a partire dal 1938», afferma la direttrice del museo Lisette Pelsers. «Nella collezione è anche rappresentata la sua stretta relazione con artisti quali Theo van Doesburg e naturalmente Jean Arp, ciò che ha molta importanza per il nostro museo».

Theo van Doesburg è stato tra i fondatori dell’associazione di artisti Abstraction-Création di Parigi, di cui faceva parte Sophie Taeuber-Arp. I due si sono messi insieme per realizzare la decorazione del Café Aubette di Strasburgo, poi soprannominata la Cappella Sistina dell’arte astratta. Un lavoro che ha permesso agli Arp di installarsi in seguito vicino a Parigi.

In buona compagnia

Sophie Taeuber-Arp è anche stata al centro dell’esposizione “Donne dell’avanguardia”, organizzata nel 2012 dal Museo di arte moderna LousianaLink esterno, in Danimarca. Il museo possiede Equilibre (1932), un «lavoro significativo» che fa parte della collezione di arte concreta e costruttivista dell’istituzione, dice la curatrice Kirsten Degel.

Per Kirsten Degel, Sophie Taeuber-Arp può essere considerata un’artista centrale, che si trova all’intersezione del Bauhaus, una corrente artistica che abbina arte e artigianato, del movimento astratto De Stijl e di Abstraction-Création.

Anche in Svizzera Sophie Taeuber-Arp è in buona compagnia. Figura infatti sulla banconota da 50 franchi a fianco dell’artista Alberto Giacometti (sulla banconota da 100 franchi) e dell’architetto Le Corbusier (10 franchi).

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