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Scontrini e consulenze, assolto Ignazio Marino

L'ex sindaco di Roma era accusato di aver speso soldi pubblici per cene private; lo scandalo aveva contribuito alla sua caduta

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 ottobre 2016 - 20:20

Ignazio Marino, ex sindaco di Roma, è stato assolto per il cosiddetto "caso scontrini". Accusato di aver speso soldi pubblici per alcune cene private, lo scandalo aveva contribuito alla sua caduta. Per lui erano stati chiesti tre anni di reclusione.

Marino è stato assolto dall'accusa di peculato e di falso, perché il fatto non sussiste, e assolto dall'accusa di concorso in truffa per presunti compensi destinati a collaboratori fittizi della sua associazione Imagine, perché il fatto non costituisce reato.

Era il settembre 2015. Eletto solo due anni prima in Campidoglio, Ignazio Marino già vacilla. Inadeguato per alcuni, ingenuo per altri, preso di mira senza ragione per altri ancora, viene travolto dallo scandalo che lo porterà, un paio di mesi più tardi alle dimissioni.

Lui prova ad uscirne pubblicando gli scontrini contestati e rimborsando il comune delle spese sostenute. Ma la credibilità del politico alieno e anti-casta era ormai perduta.

Altra città, altri protagonisti, epilogo simile. Roberto Cota fu messo alla gogna per le mutande verdi comprate a New York con i soldi dei contribuenti. Falso. Anche l'ex governatore leghista del Piemonte è stato assolto dall'accusa di peculato.

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