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Le 43 ore sulla graticola del ministro Maria Elena Boschi

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di Massimo Donelli

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 marzo 2014 - 15:21

Maria Elena BoschiLink esterno è certamente una ragazza bella e fortunata. Quanto sia brava, soprattutto quanto sia capace di fare il ministro della Repubblica, nessuno oggi può dirlo: lo scopriremo solo fra qualche tempo, quando la sua azione in qualità di responsabile dei Rapporti con il Parlamento potrà essere soppesata sulla base di azioni concrete.

Per ora la Boschi ha compiuto un solo atto governativo: mercoledì 5 marzo ha difesoLink esterno in aula alla Camera quattro sottosegretari neo-nominati e precedentemente raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia. Li ha difesi con coraggio e nettezza ("Il governo non chiede dimissioni di ministri o sottosegretari sulla base di un avviso di garanzia") guadagnandosi applausi dal centrodestra berlusconiano e malumori dal centrosinistra in perenne fibrillazione.

Prova superata, comunque.

Ma, nello stesso giorno, mercoledì, appunto, la Boschi è stata sottoposta a un'altra prova; meno impegnativa, in apparenza; forse, però, più insidiosa.

Sostituendo Maurizio CrozzaLink esterno nella copertinaLink esterno di BallaròLink esterno, l'attrice e imitatrice Virginia RaffaeleLink esterno ha satireggiato per oltre cinque minuti sull'avvenenza del giovane ministro.

Lo ha fatto indossando una copia del fasciatissimo tailleur pantalone blu elettrico, abbinato a un tacco 12 aggressive, con cui la Boschi aveva giurato fedeltà alla Repubblica (le foto scattate al QuirinaleLink esterno hanno provocato ogni genere di commento sul web).

Lo ha fatto appoggiandosi all'immortale, seducente colonna sonoraLink esterno di Un uomo, una donnaLink esterno, il capolavoro di Claude LelouchLink esterno.

Lo ha fatto dipingendo la Boschi come una scolaretta che ha mandato a memoria il programma renziano.

Performance irresistibile.

Che ha fatto ridere la deputata del PdLink esterno Alessandra MorettiLink esterno, presente in studio. E ha fatto infuriare, invece, un fedelissimo di Matteo RenziLink esterno, il deputato Michele AnzaldiLink esterno, componente della commissione parlamentare di vigilanza sulla RaiLink esterno.

Giovedì 6 marzo, il giorno dopo la trasmissione, Anzaldi ha scritto una lunga e infuocata letteraLink esterno al presidente della Rai, Anna Maria TarantolaLink esterno, elogiando il ministro, prendendosela con Ballarò e richiamando i doveri del servizio pubblico.

Apriti cielo.

Sul web, molto caro ai renziani, sono subito volati gli stracciLink esterno contro Anzaldi e contro la Boschi. Che, venerdì 7 marzo, letti i quotidiani e dopo essersi resa conto che stava rischiando di finire su una pericolosa deriva mediatica, alle 16,26, rompendo un lungo silenzio twitteriano (durava dal 22 febbraio), è intervenuta: "Virginia Raffaele è una imitatrice straordinaria. A me piace molto. Sull'imitazione di Ballarò ho riso sopra. #bastapolemicheLink esterno".

Naturalmente i più maligni non hanno mancato di notare come siano passate oltre 43 ore tra la performance della Raffaele e il commento del ministro…

Ma poiché, come dicevamo all'inizio, la Boschi è non solo bella, ma anche fortunata, il dibattito parlamentare sulla parità di genere prima e l'8 marzo poi hanno spento il pericoloso incendio.

Incidente chiuso?

Per ora.

È anche sulla capacità di sopportare il peso della satira che un politico e/o un gruppo politico viene misurato. E, purtroppo, per due volte in dieci giorni quelli del Pd hanno reagito rabbiosamente alla satira: il 22 febbraio, infatti, si erano già scagliati contro Enrico LucciLink esterno per un servizioLink esterno delle IeneLink esterno sui nuovi ministri.

Dimenticandosi che Virginia Raffaele nella precedente copertinaLink esterno a Ballarò aveva fatto a pezzi Francesca PascaleLink esterno, la fidanzata di Silvio BerlusconiLink esterno. Che Renato BrunettaLink esterno viene costantemente bersagliato per la sua altezza. E che Mara CarfagnaLink esterno ha subito ogni genere di presa in giro.

Sembrava così normale prendersela con Berlusconi e i berluscones.

E lo era.

Basta ricordarsi, infatti, che la satira è uno dei cani da guardia della democrazia.

E che non fa sconti a nessuno...

massimo.donelli@usi.ch

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