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Isabella d'Este resta in Svizzera

Il dipinto "Ritratto di Isabella d'Este", attribuito a Leonardo da Vinci e sequestrato nel febbraio 2015 a Lugano, non va consegnato alle autorità italiane. Confutando le decisioni delle istanze precedenti, il Tribunale federale ha stabilito che non ci sono le basi legali e il ricorso della proprietaria è valido.

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 maggio 2019 - 13:58
tvsvizzera.it/fra con RSI
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Per concedere assistenza giudiziaria internazionale i fatti che giustificano la richiesta devono essere punibili anche in Svizzera, spiega la corte suprema con sede a Losanna in una sentenza pubblicata mercoledì.

Nella fattispecie, questa condizione non è soddisfatta perché le disposizioni della Convenzione dell'UNESCO per prevenire l'importazione e il trasferimento illecito di opere d'arte non sono direttamente applicabili. Analogamente, l'accordo tra il Consiglio federale e il governo italiano sull'importazione e la restituzione dei beni culturali non si applica a tali opere pittoriche.

La punibilità - aggiunge il Tribunale - è determinata dalla legge sul trasferimento internazionale dei beni culturali (LTBC), secondo la quale l'esportazione è illegale solo se l'opera è iscritta nell'inventario federale o, in questo caso, in uno corrispondente italiano. Ma non è il caso del "Ritratto di Isabella d'Este".

Il dossier torna quindi al Tribunale penale federale di Bellinzona affinché respinga la richiesta di assistenza giudiziaria e revochi il sequestro del quadro.

Eredità di famiglia

La sua proprietaria, Emidia Cecchini, ha sempre sostenuto che il dipinto, un olio su tela di 61 per 46,5 centimetri, presunto ritratto di Isabella d'Este, marchesa di Mantova (1474-1539), proviene da una eredità di famiglia e si trova in Svizzera dal 1913.

Questa versione dei fatti non aveva convinto la giustizia italiana (il caso era arrivato fino alla Corte di Cassazione). Nel 2015 la Procura della Repubblica di Pesaro aveva inviato una richiesta di assistenza giudiziaria alla Svizzera, adducendo che il quadro era stato esportato senza autorizzazione. Nel 2017 la donna era stata condannata a 14 mesi di carcere per esportazione illegale di opere d'arte.

Su ulteriore richiesta di Pesaro, la Procura ticinese aveva disposto la consegna del quadro all'Italia. Nel settembre 2018 il Tribunale penale federale aveva respinto un ricorso della proprietaria, che ha quindi portato il caso alla corte suprema.

Opera di Leonardo?

Il "Ritratto di Isabella d'Este" è stato oggetto di contesa non soltanto davanti ai tribunali. Gli stessi esperti sono divisi sull'autenticità del quadro. Il noto critico dell'arte e polemista Vittorio Sgarbi lo aveva definito un dipinto "da Porta Portese", "inventato" dallo storico dell'arte Carlo Pedretti, che aveva invece attestato l'autenticità del quadro e lo attribuiva, almeno in parte, al grande genio del Rinascimento (1452-1519). Per Sgarbi si trattava invece di "una crosta, di qualità modestissima che vale al massimo 2000 euro".

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