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L'apparenza inganna, la democrazia progredisce

Il Consiglio d'Europa ogni anno in novembre organizza a Strasburgo il Forum mondiale della democrazia. l'aula del Consiglio d'Europa.

Erdogan, Ungheria, populismo ed elezioni influenzate. Vari eventi politici negli ultimi tempi hanno dato l'impressione che la democrazia nel mondo sia in declino. Tuttavia, nuovi studi internazionali dimostrano che è avvenuto il contrario. E non solo: la maggioranza delle persone reclama ancora più democrazia.

Questo contenuto è stato pubblicato il 01 dicembre 2017 - 10:59
Bruno Kaufmann, Strasburgo

Strasburgo, con la sua popolazione di appena 270mila abitanti, ogni anno in novembre diventa la capitale mondiale della democrazia. Nella città francese, sede del Consiglio d'Europa, si tiene infatti il Forum mondiale della democrazia (WFDLink esterno) che, con la partecipazione di oltre un migliaio di esperti provenienti da più di cento paesi di tutto il pianeta, è una delle più importanti conferenze internazionali sul tema.

Quest' anno i dibattiti del WFD si sono focalizzati sulle debolezze della democrazia. "I populisti di diversi fronti politici minacciano le nostre società liberali e pluraliste", ha dichiarato il segretario generale del Consiglio d'Europa, Thorbjörn Jagland, sin dall'apertura dei lavori. Egli e molti altri oratori hanno messo in guardia contro una "ritirata della democrazia", facendo riferimento all'evoluzione in paesi come la Turchia e l'Ungheria, ma anche gli Stati Uniti e la Gran Bretagna.

Ma la democrazia è proprio così malmessa? E l'interesse della gente per le condizioni democratiche sta davvero calando? Tre diversi studi di dimensioni senza precedenti, condotti da rinomati ricercatori e istituzioni, dimostrano chiaramente il contrario: la democrazia è molto forte su scala globale e gode di un enorme sostegno.

"Ci sono poche ragioni per essere pessimisti", ha sottolineato l'ex primo ministro belga Yves Leterme, che dal 2014 dirige l'Istituto internazionale per l'assistenza elettorale e la democrazia (IDEA) a Stoccolma. A questa organizzazione governativa aderiscono 30 stati di tutto il mondo, tra cui la Svizzera. A Strasburgo, Leterme ha presentato la prima edizione del "Global State of DemocracyLink esterno". Il nuovo annuario indica che nel 1975 solo il 30% della popolazione mondiale (in complessivi 46 paesi) viveva in democrazie, contro il 68% (in 132 paesi) nel 2016.

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Dalla Tunisia alla Thailandia

Ancora più ampi sono i dati del progetto "Varieties of Democracy" (V-DemLink esterno), che ha esaminato quasi 180 stati. In totale, più di cento esperti hanno raccolto 18 milioni di dati su 52 diversi aspetti della democrazia. Ciò comprende anche l'utilizzazione di strumenti di democrazia diretta e l'impegno della cittadinanza nella vita politica.

Il primo annuario di V-Dem mostra dove la democrazia ha registrato il maggior incremento negli ultimi tempi (Tunisia, Sri Lanka, Burkina Faso, Georgia, Guyana) e dove ha perso più terreno (Thailandia, Polonia, Turchia, Brasile, Maldive). Secondo il direttore di V-Dem Staffan Lindberg, stilando un bilancio complessivo, "non si può parlare di un declino globale della democrazia".

Liberiani al voto per le elezioni presidenziali del 10 ottobre 2017. Ahmaed Jallanzo

Esattamente al contrario, molte persone ne auspicano di più, conclude un terzo vasto studio sulla democrazia. Si tratta dell'inchiesta dell'istituto americano PEW Research CenterLink esterno che ha esaminato l'atteggiamento nei confronti della democrazia in 38 stati (la Svizzera non è stata presa in considerazione) di tutto il mondo.

I risultati sono molto promettenti: "A livello mondiale, il governo rappresentativo e la partecipazione democratica diretta godono di un fortissimo sostegno", sottolinea il direttore della ricerca Richard Wike. Più precisamente, la democrazia rappresentativa è giudicata positivamente dal 78% degli intervistati nei 38 paesi e quella diretta dal 66%. Dall'indagine demoscopica è però emerso che anche sistemi non democratici (governo di esperti, con leader autoritari o militari) ottengono i favori di molte persone.

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In merito alle loro posizioni, il 23% delle persone intervistate si è dichiarato un democratico convinto e il 47% un sostenitore della democrazia in linea di principio, ma che vede determinati vantaggi anche in governi non democratici. Il 13%, invece, si sente meglio in un paese dove non c'è alcuna democrazia.

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