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Rifugiati, "la ripartizione nel mondo è iniqua"

tvsvizzera

Amnesty International accusa i paesi ricchi d'egoismo e insensibilità

Questo contenuto è stato pubblicato il 04 ottobre 2016 - 12:59

Il 56% dei profughi è accolto in dieci paesi che, nel loro insieme, raggiungono a stento il 2,5% del prodotto interno lordo mondiale. E' quanto sostiene Amnesty International che, nella sua valutazione delle migrazioni in corso, accusa le nazioni più ricche d'essere all'origine di questa situazione.

Viene fatto, tra gli altri, l'esempio del Regno Unito, il quale nel 2011 ha dato ospitalità a meno di 8'000 siriani a fronte della ben più piccola e povera Giordania che ne ha alloggiati 655'000. Come modello positivo si cita invece il Canada, capace di ricollocare quasi 30'000 sradicati da quell'area dal novembre 2015.

Il Libano conta 4 milioni di abitanti e 2 milioni di rifugiati keystone

Nel rapporto, pubblicato martedì, vengono inoltre documentate le precarie condizioni di vita con cui è confrontata la maggior parte dei 21 milioni di rifugiati.

Quale soluzione generale al problema viene proposta l'adozione di un sistema basato su criteri ritenuti obbiettivi: dovrebbero essere parametri come benessere, popolazione residente e disoccupazione a determinare le quote di persone in fuga da assegnare

ATS/RSINewsLink esterno

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