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L'IRB apre la strada a nuove terapie contro l'influenza

Il vaccino va riformulato ogni anno e su alcuni persone è poco efficace. Ma le potenziali nuove terapie sanno complementari, più che alternative al vaccino. Keystone / Anthony Anex

Un team dell'Istituto di ricerca in biomedicina IRB di Bellinzona ha identificato una molecola in grado di riconoscere le molteplici varianti dell'influenza e "orientare" la risposta immunitaria negli individui affetti dalla malattia. Una scoperta che apre la strada allo sviluppo di terapie complementari o alternative alla vaccinazione.

Questo contenuto è stato pubblicato il 30 luglio 2019 - 16:55
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 29.07.2019)

I risultati della ricerca dell'IRBLink esterno, un istituto affiliato all'Università della Svizzera italiana, sono stati pubblicatiLink esterno sulla rivista scientifica 'Nature microbiology'.

L'influenza è una delle malattie più comuni ed è pericolosa per le persone anziane o col sistema immunitario compromesso: è infatti causa di ricoveri multipli in tutto il mondo. I vaccini sono efficaci, ma vanno riformulati ogni anno poiché il virus è in grado di mutare per sfuggire alle nostre difese.

La molecola 'smart'

I ricercatori dell'Istituto, diretti dal Dr. Santiago González, hanno identificato la molecola denominata SIGN-R1, che è sulla superficie dei globuli bianchi ed è in grado di riconoscere una porzione del virus che non varia. Aiuta così i globuli bianchi a legarsi al virus, facilitando loro il lavoro di eliminazione dell'agente patogeno.

I potenziali trattamenti basati sull'uso di nuove molecole della famiglia della SIGN-R1 potrebbero essere utilizzati per migliorare l'effetto del vaccino nei casi in cui non è molto efficace, ad esempio in anziani e bambini, oppure quale alternativa nei casi clinici in cui i pazienti sono già infetti.

Contenuto esterno

Il lavoro dell'IRB si è svolto in collaborazione con ricercatori della Harvard Medical School di Boston e della Mount Sinai School of Medicine di New York (Stati Uniti), nonché dell'Università di Tolosa (Francia).

È sostenuto dal Fondo nazionale svizzeroLink esterno per la ricerca scientifica, dalla Commissione Europea (Marie Curie Action Career Integration Grant) e dal progetto SystemsX.ch.

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