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Terrorismo, cybercrimine, crisi russa: sono questi i pericoli

Il Consiglio federale ha approvato il nuovo rapporto sulla politica di sicurezza; Maurer: la crisi dei rifugiati non rappresenta una minaccia

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 novembre 2015 - 21:28

Il deterioramento dei rapporti fra Occidente e Russia, il terrorismo islamista, il crimine informatico: sono queste le più grandi minacce per la sicurezza in Svizzera. Specie nel caso in cui più avvenimenti legati a questi ambiti accadano contemporaneamente.

A dirlo è il Consiglio federale, che mercoledì ha approvato il nuovo rapporto sulla politica di sicurezza. Per il ministro della difesa Ueli Maurer, l'attuale crisi dei rifugiati non rappresenta al momento un pericolo per il Paese.

L'ultimo rapporto sulla sicurezza risaliva al 2010. Esercito, servizi di informazione e polizia devono adeguarsi alle nuove minacce e lo stanno già facendo, secondo quanto afferma il governo.

Alle Guardie di confine -cui si chiede flessibilità e prontezza d'intervento, poiché i flussi migratori si spostano- il Consiglio federale ha già concesso a giugno 48 effettivi in più.

Ma per quanto richiedano l'impiego di molto personale, aggiunge Maurer, gli arrivi di rifugiati non rappresentano attualmente una minaccia dal punto di vista della politica di sicurezza.

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