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Libera circolazione, parlamento contrario alla revoca unilaterale


Il banco del governo federale con in primo piano la consigliera federale Karin Keller-Sutter (destra), accanto a Ignazio Cassis, Alain Berset e Ueli Maurer. Keystone / Peter Klaunzer


Dopo la camera bassa anche il Consiglio degli Stati ha raccomandato di respingere - con 38 voti contro 4 (e 3 astenuti) - l'iniziativa popolare dell'Unione democratica di centro (destra) che mira a revocare l'accordo di libera circolazione con i paesi UE.

Questo contenuto è stato pubblicato il 09 dicembre 2019 - 21:15
tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 9.12.2019)

A difendere in aula il testoLink esterno sono stati solo gli esponenti della destra, per i quali l'attuale regime migratorio metterebbe a repentaglio il benessere elvetico. Di parere opposto gli altri partiti e la consigliera federale Karin Keller-SutterLink esterno per i quali la disdetta dell'accordo porrebbe fine all'approccio bilaterale con Bruxelles e l'intero pacchetto di intese sottoscritte l'UE.

Da parte sua il neo senatore ticinese Marco Chiesa (UDC) ha descritto in aula le problematiche del mercato del lavoro a sud delle Alpi, con circa 68'000 frontalieri che varcano ogni giorno il confine, alimentando il dumping salariale e altri effetti patologici cui le cosiddette misure d'accompagnamento non hanno saputo porre rimedio: "I sottoccupati sono raddoppiati toccando quota 20'000, il numero delle persone in assistenza è esploso (...), mentre i contratti normali di lavoro sono già 17 che è di gran lunga il record svizzero".

In proposito la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha riconosciuto che in Ticino l'impatto dell'apertura del mercato del lavoro è stato più forte, anche per la vicinanza di grandi agglomerati come Milano, Como e Varese, e negare la pressione sui salari "sarebbe irresponsabile".

Ma d'altro canto per la ministra del Dipartimento di giustizia e polizia l'accettazione alle urne dell'iniziativa "per un'immigrazione moderata" si tradurrebbe in una minaccia per la via bilaterale e per l'occupazione e il benessere del nostro paese a lungo termine.

A questo punto sulla proposta avanzata dall'UDC si esprimeranno la prossima primavera gli svizzeri in un voto che potrebbe avere per la Svizzera una portata storica analoga a quello sullo Spazio economico europeo del dicembre 1992, a quello sugli accordi bilaterali del maggio 2000 e del giugno 2005 e a quello sull'iniziativa contro l'immigrazione di massa del febbraio 2014.

Ecco cosa è successo in parlamento nel servizio del Tg:

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