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C'è chi in Svizzera vuole puntare sul nucleare

La centrale nucleare di Gösgen. © Keystone / Gaetan Bally

La Svizzera deve provvedere da sé all'approvvigionamento energetico, prolungando la durata di vita delle centrali nucleari operative e costruendone di nuove di ultima generazione. Lo sostiene l’Unione democratica di centro (partito populista di destra) in un documento sulla politica energetica presentato lunedì.

Questo contenuto è stato pubblicato il 22 novembre 2021 - 21:20
tvsvizzera.it/fra

Il partito della destraLink esterno popolare (rappresentato in governo da 2 consiglieri federali su 7) chiede al Consiglio federale di cambiare rotta ed esorta la responsabile del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni (DATEC), la socialista Simonetta Sommaruga, a riconoscere il fallimento della strategia 2050Link esterno, che mira a una svolta ecologica e all'abbandono progressivo dell'atomo, e di garantire l'approvvigionamento energetico. Per i democentristi se la rappresentante socialista non dovesse impegnarsi in tal senso, il dossier le andrebbe tolto.

Centrali nucleari

La Svizzera ha cinque centrali nucleari: Beznau 1 e 2, Mühleberg, Gösgen e Leibstadt, entrate in funzione tra il 1969 e il 1984. Le cinque centrali producono il 33.5% di tutta l'energia elettrica in Svizzera. Oltre alle centrali nucleari, sono in funzionamento tre reattori di ricerca: all’Istituto Paul Scherrer di Würenlingen, al Politecnico federale di Losanna e all’Università di Basilea.

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Per l'UDC, la Svizzera non può più dipendere dalle importazioni di energia dai vicini o dall'Unione Europea, poiché si rende ricattabile. Oltre a ciò, le iniziative popolari per la protezione dei ghiacciai, la biodiversità e il paesaggio rappresentano una minaccia ancora maggiore per la sicurezza dell'approvvigionamento.

Basandosi sugli scenari dell'amministrazione federale che paventano problemi di approvvigionamento già negli anni a venire, il presidente del partito, Marco Chiesa, ha giudicato la politica energetica attuale "un pericoloso esperimento ideologico" che mette in pericolo la prosperità del paese e dei suoi oltre 8 milioni di abitanti.

Circa il nucleare, siamo pienamente consapevoli - ha affermato Chiesa - che il popolo svizzero si è espresso democraticamenteLink esterno sul tema nel 2017. Tuttavia, la decisione si basava su informazioni incomplete e fuorvianti, come sappiamo ora. Doris Leuthard, allora alla guida del DATEC, aveva assicurato che non ci sarebbe stato alcun problema di approvvigionamento se avessimo rinunciato all'energia nucleare.

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