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Staminali, una voragine senza fine

Il fallimento della società di crioconservazione Cryo-Save colpisce 350'000 famiglie e obbliga a ripensare le leggi in Svizzera. Reportage.

Questo contenuto è stato pubblicato il 16 gennaio 2020
Alessandro Broggini e Nicola Lüönd, RSI
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Il fallimento nell'agosto 2019Link esterno della società svizzera Cryo-Save, una delle maggiori banche private per la conservazione di cellule staminali cordonaliLink esterno, ha aperto una voragine: 350’000 famiglie coinvolte in 40 paesi; una denunciaLink esterno da parte dell’Ufficio federale della sanità pubblica; indaginiLink esterno avviate da Swissmedic, l’organo di controllo svizzero, e dalla procura di Ginevra che ora ha aperto un fascicolo contro il CEO dell’azienda, a cui si imputa una mezza dozzina di reati contro la Legge federale sui trapiantiLink esterno e contro il patrimonio. E una parte dei campioni che non si trova più.

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L'apprensione delle famiglie

Gli accordi stipulati dalle famiglie con Cryo-Save prevedevano contratti di custodia anche trentennali. “Ci chiediamo in che condizioni siano le cellule staminali delle nostre figlie”, ci dicono Karin e Devis Bruni a Mesocco. Le autorità sanitarie non rispondonoLink esterno perché “i contratti con Cryo-Save sono di natura privata”, aggiunge Stefanie Pirri che da Basilea coordina un gruppo di ex clienti in Svizzera.

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I campioni in Polonia

In realtà Cryo-Save, prima di depositare i bilanci, tra febbraio e giugno, aveva trasferito - dal laboratorio a Ginevra e da altri paesi europei - i tank con il materiale genetico raccolto in quasi 20 anni di attività. A prenderli in consegna, tramite un contratto di backupLink esterno, la PBKM/Famicord di Varsavia. La società svizzera, però, ha continuato a raccogliere campioni anche nei mesi successivi il trasferimento. Campioni di cui ora non si sa più nulla.

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Soluzioni concrete

Le due procedure giudiziarie (penale e fallimentare) rendono i tempi lunghi e i risultati incerti. In Italia, ma a beneficio di tutti, “abbiamo scelto la via del dialogo e del confronto”, precisa Massimiliano Seregni, coordinatore del gruppo genitori Cryo-Save. È riuscito a far sedere le famiglie davanti ai CEO di Famicord e CSG-BIO, che ha acquistato il marchio Cryo-Save. Sul piatto ci sono 350’000 contratti di crioconservazione del valore di circa 3’000 franchi ciascuno. E nessuna delle due società è attualmente proprietaria dei rapporti contrattuali di Cryo-Save.

Berna rivede le regole

Il caso Cryo-Save, ci ha spiegato l’UFSP, ha portato le autorità a voler migliorare i requisiti legali del settore. In particolare allineando le norme elvetiche a quelle internazionali.


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