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OMS: contro l'obesità, una "tassa" sugli zuccheri

L'Organizzazione propone a tutti gli Stati un rincaro del 20% sulle bibite dolci e, al contrario, sovvenzioni per frutta e verdura

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 ottobre 2016 - 12:45

Un ricaro del 20% su tutte le bibite zuccherate. Una tassa, in sostanza, per combattere l'obesità e il diabete. È quanto propone l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), che si è appellata a tutti gli Stati affinchè prendano seriamente in considerazione questa idea e contemporanemente decidano di sovvenzionare frutta e verdura, rendendole più accessibili a tutti.

Perché le bibite? Perché è lì, tra quei liquidi colorati e invitanti, che si nascondono interi cucchiai di zucchero raffinato. Non si vedono, non sembra di ingerirli e invece vanno giù che è un piacere.

Un piacere che però, alla lunga, presenta il conto. Le bibite zuccherate sono infatti tra i principali responsabili di obesità, diabete e carie.

Basti pensare che in una singola lattina possiamo trovare quasi 10 cucchiaini di zucchero. Bevendola, un adulto beve anche l'intera dose di zucchero che l'OMS consiglia di non superare in un'intera giornata.

Cifre che si fanno ovviamente ancora più preoccupanti se si prendono in considerazione i bambini, per i quali fino ai due anni -sempre secondo l'OMS- lo zucchero dovrebbe proprio essere bandito.

L'Organizzazione mondiale della sanità dunque dice basta, e invita caldamente a tutti gli stati di introdurre una tassa. Un rincaro del 20% che faccia male alle tasche ma bene alla salute. Seguendo in sostanza lo stesso principio adottato per combattere il fumo.

Alcuni lo hanno già fatto, come alcune grandi città americane, altri lo faranno. La Gran Bretagna introdurrà una tassa sulle bibite gassate nel 2018 e investirà gli introiti per la costruzione di impianti sportivi.

Ma non è tutto. L'OMS ha un'altra indicazione per gli Stati che intendono preservare la salute dei propri cittadini. Parallelamente alla tassa sulle bibite, bisogna sovvenzionare -e quindi abbassare i prezzi- di frutta e verdura. Perché è stato statisticamente provato che -se costano meno- se ne consumano di più.

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