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La Turchia alza i toni con l'Ue

Nella giornata del raduno pro-Erdogan a Colonia, Cavusoglu fa sapere: o togliete l'obbligo di visto, o salta l'accordo sui migranti

Questo contenuto è stato pubblicato il 31 luglio 2016 - 20:10

Decine di migliaia di sostenitori di Erdogan si sono radunati domenica a Colonia. Una dimostrazione inferiore alle aspettative, alla quale però si sono affiancate delle contro-manifestazioni.

Fra Berlino e Ankara, peraltro, ci sono state scintille a distanza. Durante uno di questi raduni, le autorità tedesche hanno impedito la diffusione di un messaggio audio del presidente turco Erdogan.

La Turchia, intanto, ha alzato i toni con l'Europa. O togliete l'obbligo di visto ai cittadini turchi, ha fatto sapere il ministro degli esteri Cavusoglu, oppure salta l'accordo sui migranti.

Tanti sì, ma molti meno di quanto gli organizzatori si aspettassero: lontano il numero delle 50 mila presenze, forse 20 mila, stando ai media tedeschi, i sostenitori del presidente turco accorsi per la manifestazione di sostegno nei suoi confronti. Un po' da tutta la Germania (che di turchi ne conta 3 milioni) e da qualche nazione vicina.

"Siamo qui per appoggiare la Turchia", dice questa cittadina turca emigrata in Germania [video sopra], "per sostenere Erdogan". "Vogliamo mostrare che siamo per la Turchia e con la Turchia anche se viviamo in Germania". "Immaginate che qualcosa del genere accada da voi", aggiunge questo manifestante, "non lo consentireste. La democrazia va salvaguardata".

Erdogan e la democrazia è però un binomio che in questa stessa giornata trova interpretazioni diverse. Eroe e salvatore della patria per i manifestanti turchi, oppure dittatore, come appare sui cartelloni di dimostranti curdi e di movimenti a difesa della laicità. Contromanifestazioni pacate, mentre assai meno pacifica nelle intenzioni è stata la manifestazione, poi dispersa dalla polizia, organizzata dall'estrema destra locale.

Quasi tremila gli agenti impiegati per la sicurezza di questa giornata non priva di tensioni. Anche ai più alti livelli istituzionali. Ankara infatti si è mostrata molto indispettita per la decisione della corte costituzionale tedesca di impedire sulla piazza di Colonia un video messaggio in diretta di Erdogan.

"Un grave attacco alla libertà d'espressione", si sono sentite di sentenziare fonti governative turche, forse per un attimo dimentiche che in due settimane Erdogan ha rimosso, cacciato, sospeso e imbavagliato oltre 60 mila fra giudici, insegnanti, magistrati, funzionari e giornalisti perché sospettati di legami con i golpisti.

L'Europa osserva la Turchia, e la Turchia minaccia l'Europa: Mevlut Cavusoglu, ministro degli esteri, ha dichiarato domenica che o i cittadini turchi saranno esentati dal visto per entrare nell'Unione, oppure salta l'accordo con Bruxelles sui rifugiati.

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