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Istanbul, attentato in aeroporto, oltre 40 morti

Il bilancio -provvisorio- è di 239 feriti; l'attacco perpetrato da almeno 3 attentatori suicidi attribuito all'Is, ma non rivendicato

Questo contenuto è stato pubblicato il 29 giugno 2016 - 13:20

È di 41 morti e 239 feriti il bilancio, ancora provvisorio, dell'attentato all'aeroporto internazionale Atatürk di Istanbul, avvenuto martedì sera.

Al momento sono state identificate 27 vittime. Tra di esse, vi sono cittadini stranieri ma nessuno svizzero, conferma il Dipartimento federale degli affari esteri. Così come al Ministero italiano degli Affari esteri, che prosegue le verifiche, non risultano per ora italiani tra i colpiti.

L'attacco, perpetrato da almeno 3 attentatori suicidi, è stato attribuito all'autoproclamato Stato Islamico. Finora, tuttavia, non vi è stata alcuna rivendicazione.


L'attacco che ha sconvolto il terzo scalo più trafficato d'Europa ricorda molto da vicino quello dello scorso 22 marzo all'aeroporto di Bruxelles. Anche in questo caso, gli attentatori sarebbero arrivati in taxi e anche questa volta si sono fatti esplodere.

A differenza di quanto accaduto a Bruxelles, tre hanno prima sparato sulla folla con dei kalashnikov e almeno due di loro sono rimasti fuori dallo scalo grazie ai metal detector presenti già all'esterno. La polemica sugli scarsi controlli alle auto in ingresso allo scalo, però, si sono già accese.

Stando ad alcune fonti, il commando sarebbe stato composto da 7 persone, di cui 3 in fuga e una - forse una donna - arrestata.

"Non ho visto il volto della persona, ma aveva una sciarpa come questa, di questo colore, una giacca corta", riferisce una testimone. "È lì che ha nascosto il fucile, l'ha tirato fuori e ha sparato due volte e poi ancora. Ero là, ci stavano controllando i bagagli, cercavo i nostri passaporti", racconta una viaggiatrice. "Qualcuno è arrivato e ci ha sparato e poi ho visto mia sorella scappare, ma l'ho persa subito di vista perché mi sono buttata a terra e ci sono rimasta finché non è finito tutto. Ora non riesco a trovare né mia sorella né le mie cose."

"Il terrorismo è una minaccia a tutti i Paesi", ha dichiarato il premier turco Binali Yildrim, "quindi dobbiamo lavorare insieme contro questo male, soprattutto contro lo Stato Islamico, che è responsabile di questo attacco."

Stando alle ultime agenzie, gli attentatori sarebbero stati cittadini stranieri, ma sono molte le notizie non ancora verificate. Quello che è certo è che per la Turchia è il settimo attentato dall'inizio dell'anno e che lo scalo è già stato riaperto, anche se un terzo dei voli sono stati cancellati.

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