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Quarto sabato di scontri in Francia

Nel pomeriggio, i casseur sono riusciti a infiltrarsi nel corteo dei gilet gialli. Keystone

Per il quarto sabato consecutivo, in Francia hanno protestato i cosiddetti gilet gialli. In strada sono scese 125'000 persone, 10'000 a Parigi. Il bilancio dei disordini e degli scontri con la polizia è di 118 feriti. Sono state identificate 1385 persone e 974 sono in stato di fermo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 dicembre 2018 - 21:25
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 08.12.2018)

Il tardo pomeriggio è stato segnato da scontri sugli Champs-Élysées tra forze dell'ordine e gruppi di 'casseur', che hanno provocato gli agenti occupando il terreno, incendiando automobili e spaccando vetrine.

Dall'imbrunire, i gruppi di giovani con volto coperto si erano staccati dai manifestanti (per la maggior parte pacifici, come nel resto del Paese) mentre questi ultimi si raccoglievano in Place de la République.

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La polizia, schierata in numero massiccio con autoblindati, è infine riuscita a fermare l'escalation sugli Champs-Élysées ma deve fronteggiare nuovi scontri proprio alla République, nel frattempo lasciata dalla maggior parte gilet gialli, rientrati a casa.

Gruppi di giovani restano e fanno esplodere petardi, lanciando oggetti contro gli agenti, che rispondono con i gas lacrimogeni. Un elicottero con un faro illumina la piazza volando a bassa quota. 

Gli infiltrati e gli scontri

I casseur, in giornata, si erano infiltrati nel corteo dei gilet gialli e avevano provocato disordini distruggendo l'arredo urbano e incendiando auto, pensiline e cassonetti. La polizia è intervenuta più volte con i blindati, spegnendo le fiamme e respingendo i manifestanti violenti.

Nella capitale, i primi gas lacrimogeni erano stati lanciati poco dopo le 10.30 in una via adiacente gli Champs-Élysées. La folla, che premeva pericolosamente contro una grata di ferro che impedisce di accedere alle strade adiacenti all'Eliseo, era stata dispersa in qualche minuto e senza incidenti.

Una città blindata

Controlli, e i primi fermi, erano stati effettuati di primo mattino nelle stazioni ferroviarie e in prossimità dei luoghi dove in passato si sono registrati assembramenti.

Poco prima delle 9, quando 8'000 agenti in tenuta antisommossa già presidiavano la capitale, Parigi appariva deserta, con i parcheggi vuoti e le vetrine nascoste da pannelli protettivi.

I blocchi filtranti

In mattinata, i gilet gialli hanno bloccato la E17 a Rekkem, nelle Fiandre occidentali in Belgio vicino al confine francese, e la E 40, in coincidenza della frontiera. Il traffico dei mezzi pesanti è stato interrotto in entrambe le direzioni, quello delle auto solo in uscita dall'Esagono.

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Alla frontiera franco-italiana di Ventimiglia, i gilet gialli hanno bloccato tutti i mezzi in entrata e in uscita. Sul versante ligure si è formata una coda di circa 6 chilometri.

Manifestazioni in Belgio

La polizia belga, intanto, ha stimato in circa un migliaio i gilet gialli che hanno manifestato sabato a Bruxelles. I fermi amministrativi sarebbero circa 400, diversi effettuati prima ancora che iniziasse il corteo.

I dimostranti hanno trovato un primo cordone di polizia nel tentativo di penetrare a piazza Schuman, vicino alla sede della Commissione europea. Altri scontri e tafferugli si sono registrati in prossimità di sedi di istituzioni Ue.

Al lancio di sassi e altri oggetti gli agenti hanno replicato con lacrimogeni e getti d'acqua. Alcuni dimostranti si sono lamentati della reazione della polizia che avrebbe impedito loro di manifestare. Chiusa una stazione della metro e alcuni tunnel al traffico delle auto.

Protesta pacifica in Olanda 

Dopo Francia e Belgio, la protesta si è estesa questa volta anche ai Paesi Bassi. Cortei pacifici di gilet gialli hanno attraversato Amsterdam, Rotterdam e L'Aja.

Il quotidiano olandese De Telegraaf scrive che i circa 200 dimostranti del centro di Amsterdam hanno urlato slogan contro il governo: il premier "Rutte deve andare via".

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