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Condanna unanime per i fatti di Washington

Quanto accaduto presso il Congresso a Washington DC ha scosso il mondo intero. Copyright 2021 The Associated Press. All Rights Reserved.

Le violenze avvenute mercoledì presso il Congresso statunitense sono state condannate con fermezza in tutto il mondo. Anche in Svizzera il Governo si è detto costernato per quanto successo.

Questo contenuto è stato pubblicato il 07 gennaio 2021 - 20:55

È su Twitter che ha preso parola il presidente della Confederazione Guy Parmelin."Il Consiglio federale è costernato per gli eventi che hanno portato alla morte di diverse persone a Washingron. Abbiamo tuttavia fiducia nella forza delle istituzioni americane", ha dichiarato dicendosi speranzoso per una transizione pacifica. "La democrazia americana è un bene prezioso per il nostro paese e i nostri concittadini perché ne condividiamo i valori", ha aggiunto.

Il ministro degli affari esteri Ignazio Cassis si è espresso, sempre su Twitter, in modo simile: "La libertà, la democrazia e la coesione nazionale sono beni preziosi di cui bisogna prendersi cura. Condanno ogni attacco contro di esse". Ai microfoni della Radiotelevisione svizzera ha ribadito la sua fiducia nelle istituzioni statunitensi.

Sentiamo le sue parole nel prossimo servizio.

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La ferma condanna di quanto successo arriva anche dalla stampa elvetica: Roberto Antonioni, ex corrispondente dagli Stati Uniti per l’RSI, parla di “tragico tentativo di golpe da operetta”. Nella più vecchia democrazia moderna, si sarebbe consumato un tentato colpo di Stato ad opera di una folla di “improbabili cowboys attempati, ruvidi bevitori di birra, miliziani, che invade il cuore del potere.

Il quotidiano ticinese Regione attacca senza mezzi termini Donald Trump: “Il primo teppista è quello barricato nello Studio Ovale”.

"Sono germogliati i semi mortali della violenza di Trump", titola il Tages-Anzeiger. Donald Trump ha seminato personalmente la violenza per due mesi, incitando i suoi sostenitori. Secondo il quotidiano di Zurigo, "le cose stanno diventando pericolose negli Stati Uniti".

Anche nel resto del mondo non sono mancate parole dure. Il primo ministro britannico Boris Johnson ha denunciato le "scene vergognose" e lanciato un appello a una "transizione pacifica e ordinata".

La presidente della commissione europea Ursula von der Leyen ha invece scritto di "credere nella forza delle istituzioni e della democrazia statunitense" e di essere ansiosa di "poter lavorare con Joe Biden in quanto prossimo presidente degli USA".

"Non cederemo alla violenza di chi vuole rimettere in causala democrazia", ha reagito il presidente francese Emmanuel Macron, mentre il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte ha sottolineato come "la violenza è incompatibile con l'esercizio dei diritti democratici e della libertà".

La Cina, pur dicendo di sperare in un rapido "ritorno all'ordine" ha ironizzato su quanto successo facendo un parallelo tra la situazione a Washington e i manifestanti pro-democrazia a Hong Kong.

"La reazione di certe persone e certi media è stata completamente differente. Quali parole hanno invece utilizzato per descrivere i manifestanti violenti ad Hong Kong?", ha scritto il portavoce del ministero degli esteri di Pechino.

"L'America ha perso l'orientamento e non ha nessun diritto di determinare la rotta. E tantomeno di imporla agli altri", ha affermato il presidente della commissione degli affari esteri del Cremlino, Konstantin Kosachev.

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Tra chi ha fatto sentire la propria voce ci sono inoltre gli ex presidenti statunitensi, non solo quelli del partito democratico ma anche del partito repubblicano. Sentiamoli nel prossimo servizio:

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tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 07.01.2021)

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