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Conte in Senato in difesa di Lega e M5S

Il capo del governo italiano, Giuseppe Conte, ha tentato mercoledì davanti al Senato di respingere i sospetti di finanziamenti russi contro il ministro Matteo Salvini, in assenza dell'interessato ma anche dei suoi alleati del Movimento a 5 stelle.

Questo contenuto è stato pubblicato il 24 luglio 2019 - 21:15
tvsvizzera.it/fra con RSI
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La Procura di Milano sta indagando su un incontro in ottobre a Mosca dove un conoscente di Salvini, Gianluca Savoini e altri due italiani sono sospettati di aver discusso con tre russi non identificati come dirottare decine di milioni di dollari dal petrolio russo alla Lega di Salvini.

Anche se Salvini ripete che il suo partito non ha mai ricevuto "un rublo" da Mosca e che elogia il presidente russo Vladimir Putin "gratuitamente", il caso, apparso sulla stampa a febbraio, ha avvelenato il governo da quando il sito web americano Buzzfeed si è assicurato all'inizio di luglio che avesse una registrazione audio.

Dopo aver chiesto invano a Salvini di spiegarsi davanti al Parlamento, Conte si è recato da solo mercoledì pomeriggio davanti ai senatori, in un'atmosfera elettrica per presentare l'informativa sul tema dei presunti fondi russi alla Lega. Senza nemmeno poter contare sui suoi alleati nell'M5S, che hanno disertato l'Aula ripetendo che spettava a Salvini rispondere.

Allo stesso tempo, Salvini ha convocato un Consiglio di sicurezza nazionale: "Mentre in Senato, alcuni cercheranno rubli che non esistono, noi saremo nel ministero che lavora per proteggere i nostri confini", ha spiegato Salvini a mezzogiorno.

Il premier Conte non ha risposto alle domande dei senatori - per esempio, sui contatti russi di Salvini o sulla cena di Savoini il giorno prima dell'incontro di ottobre - spiegando di non aver "ricevuto alcuna informazione dal ministro competente".

"Allo stato attuale dell'inchiesta, non c'è alcun elemento che possa pesare sulla fiducia che ho nei membri del governo", ha detto Conte, rilevando anche che nessuno di loro si è discostato dalla linea stabilita "collegialmente" con la Russia.


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