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Quel naufragio che si poteva evitare

Mondo politico e organizzazioni in difesa dei diritti umani criticano i vertici dell'Unione Europea all'indomani dell'ennesimo dramma nel Mediterraneo

Questo contenuto è stato pubblicato il 12 febbraio 2015 - 20:36

Non si sono fatte attendere le reazioni, anche internazionali, a quanto successo negli scorsi giorni nel Mediterraneo.

Degli oltre 400 migranti che sarebbero partiti sabato dalla Libia, solo 85 sono arrivati vivi a Lampedusa. Potrebbero quindi essere addirittura 330 le persone morte durante il viaggio, per il freddo o per naufragio.

Si tratta di una nuova tragedia del mare che ha aperto un dibattito internazionale sulla reale efficacia della nuova operazione europea "Triton" rispetto alla precedente "Mare Nostrum". La prima, rispetto alla seconda, ha infatti solo una missione di monitoraggio delle frontiere e non di salvataggio.

Secondo l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, a mancare sono quindi gli strumenti e l'organizzazione adeguati, frutto di uno sforzo congiunto di tutti gli Stati membri. Più dura la critica di Amnesty International, secondo la quale quella avvenuta era una catastrofe facilmente prevedibile, in quanto "Triton" - fin da subito - ha mostrato i suoi limiti.

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