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Quale potenziale di sviluppo resta all'energia idroelettrica?

Una delle tante dighe costruite nelle Alpi svizzere. © Keystone / Cyril Zingaro

La strategia energetica 2050 della Confederazione prevede di aumentare di circa 4 Terawattore all’anno la produzione del settore idroelettrico. Attualmente sono 682 le centrali che sfruttano la forza dell’acqua in Svizzera, alcune risalenti persino agli anni 30.

Questo contenuto è stato pubblicato il 18 settembre 2022 - 14:00
Valentina Moccetti, Tempi Moderni RSI

Grazie alla sua topografia e al considerevole volume medio delle precipitazioni sul suo territorio, la Svizzera offre condizioni ideali per l'utilizzazione della forza idrica. Lo sfruttamento di questa fonte di energia iniziò verso la fine del diciannovesimo secolo e conobbe un vero e proprio boom fra il 1945 e il 1970. In questo periodo furono costruite numerose nuove centrali ad acqua fluente e tutti i grandi impianti ad accumulazione del Paese.

L'idroelettrico in Svizzera

In Svizzera vi sono attualmente (31.12.2021) 682 centrali idroelettriche (contando solo quelle con una potenza di almeno 300 kW) che ogni anno producono mediamente circa 37'172 gigawattora (GWh/a) di energia elettrica. Di questi, il 48,3% circa è prodotto in impianti ad acqua fluente, il 47,5 % in impianti ad accumulazione e il 4,2% in impianti ad accumulazione con pompaggio. Circa 63 % di quest'energia proviene dai Cantoni di montagna Uri, Grigioni, Ticino e Vallese. Notevoli quantità di energia idroelettrica sono prodotte anche nei Cantoni di Argovia e Berna. Circa l'11% dell'energia idroelettrica svizzera proviene da impianti binazionali situati lungo i corsi d'acqua di confine.

Fonte: Ufficio federale dell'energiaLink esterno

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Ancora nei primi anni Settanta quasi il 90% della produzione indigena di energia elettrica proveniva dallo sfruttamento della forza idrica. In seguito all'entrata in esercizio delle centrali nucleari svizzere, questa quota è scesa gradualmente fino al 60% intorno al 1985. Oggi si attesta sul 57% circa. La forza idrica continua ad essere la principale fonte indigena di energia rinnovabile.

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Un certo margine di miglioramento della loro produttività sarà possibile investendo nel rinnovo degli impianti più datati ma la Confederazione punta anche sulla costruzione di nuovi sbarramenti e sull’innalzamento di alcune dighe già esistenti. I bacini di accumulo possono infatti venir utilizzati come delle batterie, delle riserve di energia da utilizzare quando in inverno c’è maggior richiesta e meno apporto d’acqua e di energia da altre fonti. I cambiamenti climatici rendono inoltre possibile sfruttare dal profilo energetico le acque di scioglimento con l’edificazione di dighe di contenimento.


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