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La Catalogna riparte da Quim Torra

Dopo cinque mesi di psicodramma politico si avvicina a conclusione la crisi istituzionale catalana: il presidente deposto Carles Puigdempont ha designato ieri sera Quim Torra, 56 anni, quale candidato alla presidenza catalana.

Questo contenuto è stato pubblicato il 11 maggio 2018 - 10:15
tvsvizzera.it/fra con RSI
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Salvo colpi di scena, Torra, giornalista come Puigdemont, sarà eletto al secondo turno dal parlamento regionale la settimana prossima.

Il presidente dell'assemblea, Roger Torrent, venerdì compie un giro di consultazioni dei leader politici e convoca i deputati per i due turni dell'investitura. Il primo, a maggioranza assoluta, probabilmente andrà a vuoto. Torra con ogni probabilità sarà eletto al secondo turno a maggioranza semplice con 66 voti a favore su 135 (i 34 voti di JxCat di Puigdemont e i 32 di Erc), 4 astensioni della Cup e 65 voti contrari dei no indipendentisti (unionisti e Podemos).

Puigdemont rinuncia

La mossa di Puigdemont sblocca la crisi istituzionale catalana praticamente allo scadere del tempo previsto dalla legge prima della riconvocazione automatica delle elezioni, in assenza di un nuovo presidente eletto entro il 22 maggio.

Il "president" deposto - ora in esilio a Berlino e inseguito da mandato di arresto spagnolo - di cui la corte costituzionale di Madrid ha di nuovo bloccato la possibile rielezione a distanza, ha optato finalmente per il "piano D", dopo avere mantenuto alto fino all'ultimo il conflitto con lo stato spagnolo.

Il fronte indipendentista, che ha riconquistato la maggioranza assoluta nel Parlament alle elezioni del 21 dicembre, ha prima proposto la candidatura dello stesso Puigdemont, vietata dalla Corte costituzionale, poi quella di Jordi Sanchez, in carcere preventivo a Madrid, bloccata dal tribunale supremo spagnolo. Quindi è stato proposto Jordi Turull, però arrestato fra il primo e il secondo turno.

Torra incesurato

Torra, vicino a Puigdemont, come lui di Girona, è il quarto a scendere in campo. A differenza dei primi tre, non è in carcere né, per ora, incriminato. Potrà formare un governo "effettivo" ponendo cosi fine al commissariamento della Catalogna da parte di Madrid, scattato dopo la proclamazione della "indipendenza" il 28 ottobre e avviare la normalizzazione del quadro politico e istituzionale e il recupero dell'autonomia catalana.

"Dovrà rispettare la legge" ha subito avvertito il premier spagnolo, Mariano Rajoy. Torra potrebbe però essere un presidente "provvisorio": l'obiettivo dichiarato degli indipendentisti è riportare non appena possibile Puigdemont al potere.

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