Passatori a processo per i morti nel camion frigo
Si è aperto mercoledì in Ungheria il processo a carico di 11 passatori, accusati della morte di 71 migranti che, nell’estate del 2015, erano stati ritrovati senza vita in un camion frigorifero abbandonato in autostrada in Austria.
La vicenda scosse l'intera Europa. Le vittime -59 uomini, 8 donne e 4 bambini- provenivano da Siria, Iraq e Afghanistan e viaggiavano da clandestini sulla rotta balcanica.
Furono ritrovati su un camion, stipati in uno scompartimento chiuso ermeticamente, morti per soffocamento. Il mezzo era stato abbandonato in una piazzola autostradale vicino a Parndorf, a est di Vienna.
L’inchiesta stabilì poi che il mezzo era partito all’alba dalla frontiera tra Serbia e Ungheria, e che i migranti erano morti ancora in territorio ungherese. Il ritrovamento avvenne a 24 ore di distanza.
Gli 11 trafficanti alla sbarra da mercoledì mattina sono di origine bulgara, libanese e afghana. Sono ritenuti responsabili della tragedia, e dovranno rispondere tra l’altro dei reati di tortura e omicidio.
Il processo, per il quale è stato allestito un fascicolo di 59 mila pagine, si celebra a Kecskemet, la città del sud dell’Ungheria dove il camion fu noleggiato. Durerà diversi mesi.
Secondo gli inquirenti, almeno quattro passatori erano a conoscenza del dramma che si stava consumando. Contro di essi la procura chiederà l'ergastolo. La sentenza dovrebbe essere emessa entro la fine dell'anno.
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