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Paziente affetto dal Parkinson può di nuovo camminare facilmente grazie a neuroprotesi

Marc, 62 anni, convive con il morbo di Parkinson da tre decenni e grazie alla neuroprotesi ha potuto riprendere gusto alla camminata. Chuv 2022 | Weber Gilles

Un gruppo di neuroscienziati di Losanna ha presentato lunedì una neuroprotesi in grado di correggere i disturbi della deambulazione associati al morbo di Parkinson che ha permesso al primo paziente affetto da questa patologia di camminare con facilità, sicurezza e senza cadere.

Questo contenuto è stato pubblicato il 06 novembre 2023 - 20:41
tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS

I problemi di deambulazione si verificano in circa il 90% delle persone malate di Parkinson in stadio avanzato. Questo disturbo è spesso resistente ai trattamenti al momento disponibili.

Adesso, grazie ad un impianto nel midollo spinale ideato da un team di ricerca internazionale - guidato da Jocelyne Bloch e Grégoire Courtine dell'Ospedale universitario di Losanna (CHUV) e del Politecnico federale di Losanna (EPFL) - un paziente di 62 anni affetto dalla patologia dal 1996 è tornato a camminare senza intoppi. Lo studio è stato pubblicato oggi sulla rivista Nature Medicine.

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Per ridurre i problemi motori debilitanti caratteristici del Parkinson viene generalmente usata la stimolazione cerebrale profonda (DBS dall'acronimo inglese Deep Brain Stimulation), spiega il gruppo di esperti. Tuttavia, questa terapia spesso non è efficace.

Il paziente al quale è stata impiantata la neuroprotesi si avvale di questa nuova tecnologia per circa otto ore al giorno, spegnendola solo quando resta seduto a lungo oppure quando dorme. La neuroprotesi è costituita da elettrodi nel midollo spinale e da un generatore di impulsi elettrici impiantato sotto la pelle dell'addome. Gli elettrodi stimolano i cosiddetti motoneuroni, attivando così i muscoli in modo mirato senza colpire le regioni del cervello direttamente interessate.

Finora, tuttavia, l'impianto è stato testato solo su un singolo paziente e saranno necessari ulteriori studi. I ricercatori sperano di impiantare una neuroprotesi in altri sei pazienti nei prossimi due anni.

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