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Blitz contro il clan dei Piromalli, 33 fermi

Keystone

Trentatré persone ritenute appartenenti alla cosca calabrese dei Piromalli sono state fermate in Calabria, Lombardia e Basilicata nell’ambito dell’inchiesta condotta dai carabinieri del Ros (Raggruppamento operativo speciale) e coordinata dalla Procura di Reggio Calabria sul clan egemone nel cosiddetto "mandamento" tirrenico e con ramificazioni importanti in Lombardia e negli Stati Uniti.

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 gennaio 2017 - 16:29
tvsvizzera/spal

In particolare le indagini hanno consentito di mettere in evidenza le infiltrazione mafiose nel tessuto economico, soprattutto nel settore agroalimentare, della regione. I due esponenti dell’organizzazione Girolamo Mazzaferro e Pasquale Guerrisi. è stato comunicato oggi, orchestravano dalla Piana di Gioia Tauro, su indicazione di Antonio Piromalli a Milano, l’insieme della attività illecite, che andavano da operazioni immobiliari, alla gestione del traffico degli stupefacenti e il controllo delle banchine del porto, su cui si concentravano le mire di altri clan mafiosi.

Di particolare rilievo le indagini che si sono concentrati sulla società P.P. Foods Srl, specializzata in operazioni di import-export, attraverso cui Antonio Piromalli controllava buona parte della filiera della produzione e della commercializzazione dell’olio calabrese.

Gli accertamenti dell’Agenzia delle dogane, in collaborazione con l’FBI, hanno infatti permesso di ricostruire la struttura organizzativa della distribuzione dei prodotti agroalimentari reggini che passava attraverso diverse società con propaggini estese dal New Jersey alla Lombardia.

Un altro settore d’attività della cosca era costituito dal riciclaggio dei proventi illeciti in società di servizi di pulizia e catering in strutture turistiche calabresi e della Basilicata. I 33 affiliati alla Cosca Piromalli sono indagati per associazione mafiosa, traffico di stupefacenti, intestazione fittizia di beni e autoriciclaggio e altri reati. Gli inquirenti hanno provveduto inoltre al sequestro di beni per 40 milioni di euro. 

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