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Fulmini, valanghe, frane e altri pericoli naturali

Le catastrofi naturali hanno fatto 1'023 morti in Svizzera dal 1946. Più di un terzo dei decessi è stato causato da valanghe, con una tendenza complessiva al ribasso, secondo i dati dell'Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL).

Questo contenuto è stato pubblicato il 26 gennaio 2017 - 16:18
Thomas Stephens, Kai Reusser e agenzie, swissinfo.ch
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Al calo delle vittime delle valanghe ha contribuito soprattutto l'intensa ricerca nel campo della nivologia, come pure lo sviluppo di opere di difesa e il miglioramento delle carte di pericolo, ha specificato il WSL. 

Seconda causa più frequente di morte sono risultati i fulmini, costati la vita a 164 persone negli ultimi 70 anni. Anche in questo caso si è registrato un netto calo. Il numero di vittime provocate da colate detritiche, frane, inondazioni, cadute di massi e bufere è invece rimasto pressoché stabile negli anni. 

Negli scorsi 70 anni la Svizzera è stata risparmiata da grandi catastrofi naturali con centinaia di morti. La sciagura più grave si è verificata nel 1965: 88 persone persero la vita durante la costruzione della diga di Mattmark (VS) in seguito al distacco di una valanga di ghiaccio. Nel inverno del 1970 la valanga di Reckingen (VS) fece 30 vittime, quella del gennaio 1951 a Vals (GR) 19 morti. 

"Rispetto ad altre cause di morte, le catastrofi naturali rappresentano una piccola percentuale", scrive il WSL. Negli ultimi 70 anni gli incidenti della strada hanno fatto 60 volte più vittime e circa cinque volte più persone sono morte in incidenti ferroviari. 

Per questa statistica il WSL ha riunito in una nuova banca dati informazioni prese dagli archivi della NZZ che sono state confrontate con in dati raccolti dallo stesso WSL e dall'Ufficio federale dell'ambiente. 

Si è tenuto conto soltanto delle disgrazie che hanno interessato la protezione della popolazione nei centri abitati e lungo le vie di comunicazione. Dalla statistica sono invece escluse le persone che hanno perso la vita durante attività ricreative in zone non protette, come sciatori fuori pista e scialpinisti.

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