Sciopero dei ferrovieri, sfida cruciale per Macron
Con lo sciopero dei ferrovieri in Francia, iniziato lunedì sera ma entrato nel vivo martedì, il presidente francese Emmanuel Macron si lancia in un braccio di ferro sociale che rischia di risultare cruciale per i quattro anni restanti del suo mandato.
Di fronte allo spettro di ben 36 giorni di sciopero, il capo di Stato francese si dimostra inflessibile riguardo alla necessità di attuare la riforma delle ferrovie nazionali (Sncf) contro la quale è stata lanciata la mobilitazione. Tuttavia si dice più flessibile riguardo ai dettagli del progetto.
L'inquilino dell'Eliseo ha comunque poca scelta: rinunciare alla riforma sarebbe una sconfitta politica pesantissima ma cercare il colpo del KO implementandola senza negoziare con gli scioperanti attirerebbe le ire dei sindacati e dell'ala sinistra della sua maggioranza parlamentare, cosa che comprometterebbe in tutta probabilità le future riforme in programma, in particolare quella delle pensioni.
"Il governo terrà duro, nell'ascolto, nella concertazione, nel dialogo", ha detto la ministra dei trasporti Elisabeth Borne, assicurando che la riforma rifletterà alcune delle richieste dei sindacati.
"Lo status quo non è accettabile", ha detto invece il premier Edouard Philippe.
C'è poi l'opinione pubblica, che sul soggetto si mostra divisa. Secondo un sondaggio pubblicato su Le Journal Dimanche, il 53% dei francesi giudicano lo sciopero ingiustificato, mentre il 46% dà ragione ai ferrovieri.
Pochi dubbi invece per quello che riguarda il risultato. Secondo il 72% degli interpellati la riforma verrà implementata, mentre solo il 27% credono che l'Esecutivo tornerà sui suoi passi.
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