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Migranti, l'accordo di Malta resta una bozza

La redistribuzione automatica tra Paesi UE rimane sulla carta. Keystone / Alessandro Di Meo

Non decolla il sistema di ridistribuzione automatica dei migranti che attraversano il Mediterraneo, previsto dall'accordo preliminare siglato a Malta in settembre da Germania, Francia, Italia e la stessa Malta. È quanto emerge dalla riunione, martedì a Lussemburgo, dei ministri dell'Interno dell'Unione Europea, sulla quale pesano i dati di arrivi record a Cipro e in Grecia, indicatori di una possibile "nuova crisi" migratoria sulla rotta balcanica.

Questo contenuto è stato pubblicato il 08 ottobre 2019 - 22:50
tvsvizzera.it/ri con RSI (TG del 08.10.2019)

In sostanza, solo Irlanda, Portogallo e Lussemburgo sarebbero disposti ad associarsi al meccanismo di ripartizione. Altri Paesi lo lodano, ma dicono di non poterlo sottoscrivere per motivi interni. Altri lo criticano.

Tra questi, la Svizzera, presente in quanto membro di Schengen/DublinoLink esterno. Poco prima dell'inizio della riunione, la consigliera federale Karin Keller-Sutter, responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia, si era detta peraltro convinta che l'accordo preliminare non fosse in grado di raggiungere la maggioranza. La ministra, che prevedeva "un'ampia discussione su rotte e modelli migratori", percepiva "anche molti dubbi da parte degli Stati UE".

Perché no

La bozza prevede che le persone che arrivano con le navi siano immediatamente smistate ai vari Paesi. Chi fugge o dice di fuggire dalla propria patria dovrebbe dunque presentare domanda d'asilo allo Stato che lo accoglie provvisoriamente. Ciò che aumenterebbe il carico degli oneri per Berna.

La Svizzera, di principio, è favorevole all'introduzione di un meccanismo di ripartizione, ma solo nel caso in cui si trovi una situazione sostenibile e che tenga conto dei Paesi più colpiti dal fenomeno migratorio. Stando a Keller-Sutter, in cima a questa graduatoria "al momento c'è la Grecia".

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La discussione sul Mediterraneo centrale continuerà nei prossimi giorni: una riunione a livello tecnico è già prevista per venerdì, a Bruxelles.

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